«Confermo la mia assoluta contrarietà a qualsiasi attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi nel mare Ionio e lungo le coste salentine. Ecco perché, da presidente della Provincia di Lecce e da Sindaco di una città conosciuta in tutto il mondo per la bellezza del suo mare, metterò in campo tutti i percorsi politici e istituzionali per ottenere risposte certe e risolutive».
A parlare è Stefano Minerva, numero uno di Palazzo dei Celestini e primo cittadino di Gallipoli, dopo la notizia che il Ministero dello Sviluppo economico, capitanato da Luigi Di Maio ha autorizzato le “ricerche di idrocarburi” nel mar Ionio con la tecnica dell’air-gun, tradendo le promesse fatte in campagna elettorale.
«Sentirò i presidenti delle Province di Brindisi e Taranto, così come il presidente della Regione Emiliano: è tempo di far fronte comune, insieme ai sindaci del nostro territorio, per combattere uno spettro che abbiamo già conosciuto pochi anni fa e che ora si ripresenta» ha dichiarato Minerva.
«Abbiamo il dovere di difendere il patrimonio più grande: la nostra terra. Facciamolo insieme, perché solo così possiamo dare slancio ad una prospettiva di sviluppo unica e strategica per tutta l’area jonico-salentina”, conclude.
A nulla è servito affermare che le autorizzazioni fossero state concesse dal Governo precedente e siano impossibili da bloccare, la rete non dimentica e soprattutto non perdona e una volta scoppiato il caso è stato semplice rispolverare le parole di Alessandro Di Battista, pronunciate in vista del referendum che si sarebbe svolto il 17 aprile del 2016.
«Questi prima dicono una cosa e poi fanno l’esatto opposto quando arrivano al potere, al governo. È sempre così. Sulle trivellazioni facevano i paladini dell’ecologia, dell’ambiente e oggi sono schiavi delle lobby del petrolio. Hanno veramente trivellato il cervello. E continuano a trivellare il cervello degli italiani con le loro menzogne. Vi prego, aprite gli occhi» aveva dichiarato l’allora deputato pentastellato, puntando il dito contro Debora Serracchiani del Partito democratico.
Il punto è che in ballo c’è molto di più: le trivellazioni riguardano anche la Puglia che già ha incassato il dietrofront sul gasdotto Tap.
