
Si respira aria di preoccupazione tra i lavoratori dell’azienda “Jentu” di Guagnano. L’azienda che produce e commercializza insalate imbustate di IV gamma in Italia e all’estero – costola della società “Agronomia” che ha sede a Bergamo – sta vivendo una situazione di precariato tra mensilità arretrate e “demansionamenti”. L’Organizzazione Sindacale UILA (Unione Italiana Lavori Agroalimentari), a seguito di numerosi licenziamenti, ha richiesto di convocare un incontro con l’Assessore regionale allo Sviluppo economico Loredana Capone e con Sebastiano Leo, Assessore regionale alle Politiche del Lavoro.
“Un ampliamento della base produttiva in Salento e il conseguente passaggio da 80 dipendenti a 160” è quello che prospettava nel 2014 Guglielmo Alessio, amministratore delegato della società, a seguito di un finanziamento comunitario di 6 milioni di euro attraverso la Regione Puglia.
La situazione, invece, al contrario di quanto detto da Guglielmo Alessio, è andata peggiorando. I dipendenti della “Jentu” erano 83, mentre oggi gli addetti risultano essere 43. Numeri, perciò, che invece di aumentare sono diminuiti rovinosamente. In più, questi ultimi, non hanno ancora ricevuto le mensilità pregresse di dicembre 2015, incluse quelle di gennaio e febbraio 2016.
“Che fine ha fatto quel piano? Che fine hanno fatto le risorse da investire per le assunzioni nel distretto salentino?”. È questo che si chiede l’Organizzazione Sindacale UILA.
Altro fenomeno da non sottovalutare, e che continua a preoccupare i lavoratori, è il demansionamento, più volte segnalato ai vertici aziendali. Tutto ciò si aggrava con la sottoscrizione con la Flai Cgil Puglia, in data 19 febbraio 2015, del “Protocollo per l’impegno per l’eticità e legalità del lavoro sul territorio”. Accordo in cui il presidente Guglielmo Alessio, il direttore di stabilimento e la coordinatrice delle risorse umane hanno assicurato “l’integrale applicazione di leggi e contratti”.
Così, le pessime condizioni contrattuali, hanno portato l’Organizzazione UILA a rivolgersi ai due assessori, affinché si possano prendere provvedimenti e riuscire a trovare un rimedio per l’azienda di Guagnano.