Teresa Bellanova favorevole ai porti aperti: “Senza migranti i prodotti marciscono nei campi”

“Molte imprese mi chiamano per dire che senza flussi migratori, ben regolati, le produzioni marcirebbero nei campi”. Stanno facendo discutere le parole della ministra Teresa Bellanova a Otto e Mezzo

Stanno facendo non poco discutere le dichiarazioni della Ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova che, dopo ogm e Ceta, torna a far parlare di sé per l’intervista rilasciata a «Otto e Mezzo», il programma di Lilli Gruber su La7. Alla domanda sui porti chiusi o aperti, la titolare del dicastero di via XX settembre non ha avuto dubbi. «Credo che dobbiamo riportare il Mediterraneo ad essere un mare di pace, dopo tanto sangue versato. Porti aperti, quindi, con politiche inclusive che significa gestire a livello europeo il flusso migratorio» ha risposto la capo-delegazione del nuovo partito di Matteo Renzi.

Un pensiero già detto in altre occasioni. È stata la frase pronunciata dopo a far arrabbiare molti telespettatori, e non solo. Incalzata dalla padrona di casa, la «passionaria» del Salento che non ha titoli di studio, ma si è formata sul campo e nei campi ha aggiunto: «Tanga conto – ha continuato – che, mentre venivo qui, mi hanno chiamato molte imprese per dirmi una cosa semplicissima. Senza flussi migratori, ben regolati, molte delle nostre produzioni marciscono nei campi».

Apriti cielo. Matteo Salvini, condividendo il video dell’intervento di Teresa Bellanova ha aggiunto uno dei suoi ‘soliti’ commenti: «Il ministro dell’agricoltura, amica di Renzi, confessa di volere i porti aperti perché altrimenti “le produzioni nei campi marciscono”. Alla faccia dei milioni di italiani disoccupati…».

Il punto è l’interpretazione che molti hanno dato alle sue parole: aprire i porti italiani per favorire l’afflusso di immigrati da impiegare come braccianti agricoli ha fatto storcere il naso a più di qualcuno.

Dura la risposta di Dario Galli. A 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24, l’ex vice ministro allo Sviluppo economico e deputato della Lega ha risposto che l’Italia non ha bisogno di schiavi.

«Gli agricoltori al nord non hanno il problema delle persone perché è tutto automatizzato, ma quello dei terreni. Non c’è bisogno di immigrati clandestini per fare il lavoro, ci sono le macchine. Non c’è bisogno di povere persone che vengono a fare gli schiavi per 3 euro al giorno. Se in Puglia raccolgono ancora i pomodori a mano, la Bellanova deve aggiornarsi. L’agricoltura non si fa col povero immigrato e infatti il 50% della produzione di pomodori italiani viene fatta in Emila Romagna dove la raccolta è automatizzata» ha replicato il deputato leghista.

Critico anche il filosofo Diego Fusaro: « Il ministro Bellanova dice a Otto e Mezzo che le aziende la chiamano perché vogliono porti aperti e flussi migratori. Ovviamente non precisa che vogliono schiavi da sfruttare senza pietà a basso costo e che quella è la vera funzione dei porti aperti appoggiati anche dai fucsia» si legge in un lungo post.

Lei, che da sindacalista ha combattuto il caporalato e che conosce sulla sua pelle cosa significa lo sfruttamento non avrà certamente inteso questo, ma le sue parole hanno sollevato ancora un polverone.



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