Trivelle in Puglia? Il ‘no’ di Loredana Capone:«Difenderemo le nostre coste»

Sarebbero state presentate alcune richieste di prospezione per cercare petrolio nei mari pugliesi. Loredana Capone: ‘Sulle trivelle la Puglia è compatta: difenderemo le nostre coste dal business senza scrupoli’.

Nuove richieste di prospezione per la ricerca di petrolio nel Mario Adriatico sarebbero state depositate al Ministero dello Sviluppo Economico. Ciò vedrebbe aumentare il numero di chilometri interessati: da 794 a 2.207. Ma Loredana Capone, consigliere comunale leccese nonché assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia, è piuttosto categorica:“Sulle trivelle la Puglia è compatta: difenderemo le nostre coste dal business senza scrupoli. Per i pugliesi il vero oro sono i chilometri di mare che li circondano e preservarli significa avere cura dell’intera comunità”. “Chiediamo al governo nazionale – prosegue in una nota stampa pervenutaci in redazione – di riflettere attentamente sul rapporto costi-benefici degli interventi, posto che, a oggi, non è ancora chiara la visione globale di politica energetica per mancanza di un Piano Energetico Nazionale”.

Un Piano che ormai appare sempre più urgente anche alla luce degli sforzi che le regioni italiane hanno sostenuto, e tuttora sostengono, per investire nelle fonti rinnovabili, efficienti, accessibili a tutti, e senza effetti collaterali per l'uomo e l'ambiente. Stando a numeri comunicatici da Loredana Capone, la Puglia è al top in Italia nel settore e contribuisce alle fonti rinnovabili ben oltre il 50%. Emerge dunque un dato degno di nota: le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia: oggi producono il 22% dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari. Una piccola rivoluzione energetica, alimentata certamente dagli incentivi nazionali, che ha portato la produzione da solare, fotovoltaico, eolico e idroelettrico in media con i parametri definiti dalla Commissione Europea per il 2030.

Un’alternativa alle trivelle dunque? – si domanda l’avvocatessa salentina – Se consideriamo l’impatto che queste possono avere sulla pesca, sulla marineria, sul turismo, sull’occupazione, insieme alle valutazioni formulate dallo stesso Ministero dello Sviluppo economico secondo cui nei nostri fondali ci sarebbero circa dieci milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe che, stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno energetico nazionale a mala pena per otto settimane, probabilmente sì”. “La Puglia – conclude – non intende permettere che sia compromessa la linea di sviluppo ecosostenibile che ha ispirato le politiche ambientali degli ultimi dieci anni a maggior ragione se le scelte avranno una ricaduta diretta sulla testa dei cittadini”.



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