“L’Umbria come la provincia di Lecce”, il paragone di Giuseppe Conte per difendere il Governo non è piaciuto a molti

A Perugia il premier Giuseppe Conte ha voluto chiarire che le regionali in Umbria non saranno un test per i giallorossi, ma il paragone usato non è piaciuto… “Con tutto il rispetto per la popolazione umbra, popolazione che è pari a quella della provincia di Lecce, non può essere determinante per le sorti del Governo”.

Va da subito premesso che il Premier non era in visita elettorale in Umbria. Si trattava piuttosto di una visita ‘mezza istituzionale’ – come lui stesso l’ha definita – all’Eurochocolate di Perugia. Però la battuta sulla regione del Centro Italia chiamata alle urne domenica 27 ottobre è scappata, incalzato dalle domande dei giornalisti. E, ad alcuni, ha anche dato molto fastidio, come dimostra il malcontento manifestato come sempre sui social. Commenti e meme che non hanno fatto piacere a Giuseppe Conte e alla coalizione giallorossa che, proprio in Umbria, si sta giocando una partita importante contro gli avversari del centrodestra. Partita importante, ma non da mettere in discussione l’esecutivo.

«Con tutto il rispetto per la popolazione umbra, popolazione che è pari a quella della provincia di Lecce, il risultato delle elezioni regionali di domenica prossima non può essere un test determinante per le sorti del Governo». Niente paragoni, quindi. Un conto è Roma, un conto è l’Umbria e anche il Salento con cui è stata paragonata.

Peccato che a Perugia, il capo dell’esecutivo abbia incontrato e scattato qualche foto con Vincenzo Bianconi, il candidato del patto civico M5S-Pd che ha sancito la svolta pentastellata di non andare più da soli alle amministrative e al tempo stesso la nascita di una coalizione più strutturata a livello nazionale dopo l’avvio del Conte Bis sulle ceneri del governo gialloverde.

Le parole di Conte sono sembrate a molti un modo per mettere in salvo il governo in caso di sconfitta di Bianconi. Una sconfitta che certamente non dipenderebbe dalla qualità del candidato, su cui è ricaduta la mediazione tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, quanto piuttosto sul malgoverno dei precedenti amministratori regionali finiti al centro dell’ennesimo scandalo dello Stivale sulla sanità pubblica.

Giuseppe Conte che già deve vedersela con i distinguo del capo politico dei grillini e di Matteo Renzi cerca di non mettere troppa carne sul fuoco. Le Regionali vadano come devono andare, sul Governo non ci sarà nessuna ricaduta anche perché, importante per quanto possa essere quel test, è fatto su una popolazione che numericamente uguale a quella che abita la provincia di Lecce.

Si tranquillizzino dunque Meloni, Berlusconi e Salvini che sperano di vincere e poi dare la spallata all’esecutivo. ‘Così non sarà’, dice Conte.

Ma quel paragone non è andato giù a molti umbri. «Con tutto il rispetto per Lecce – dicono loro – siamo una popolazione che merita di essere ascoltata quando si pronuncerà nelle urne».



In questo articolo: