‘Vogliamo un futuro’. Lavoratori Omfesa occupano l’aula consiliare di Trepuzzi poi i binari della stazione ferroviaria

Tornano a manifestare i dipendenti Omfesa stanchi di non ricevere risposte adeguate. Questa mattina presidio al Comune di Trepuzzi per chiedere udienza al sindaco, poi la scelta di occupare i binari della stazione cittadina.

Tornano a far sentire la propria voce i lavoratori della ditta Omfesa, una delle principali realtà imprenditoriali del territorio, ma che ormai si è vista costretta a mettere in mobilità i propri dipendenti a causa di un arresto del sistema produttivo determinato da commesse che attendono una rilevazione.

Il tempo stringe, stringe la gola dei lavoratori e delle loro famiglie: sì perché il prossimo mese  scadranno gli ammortizzatori sociali di cui ha beneficiato una parte dei dipendenti.

A novembre è stata costituita una commissione permanente in prefettura al fine di trovare soluzioni adeguate per dare una speranza, un possibile futuro per i dipendenti che non  hanno mai smesso di lottare.

Ed oggi una nuova battaglia. I lavoratori dell'Omfesa di Trepuzzi questa mattina alle 9 sono arrivati nella sede del Comune di Trepuzzi dove, in segno di protesta, hanno sostato prima nell'aula consiliare e poi nella sala della Giunta comunale. Qui il sindaco, Oronzo Valzano, ha dialogato con i lavoratori, tentando anche di raggiungere al telefono il presidente della regione Puglia Michele Emiliano., ma senza esito.

In attesa di ricevere risposte adeguate, il gruppo si è poi diretto alla stazione ferroviaria della cittadina del nord Salento per presidiare la zona e occupare i binari, così come è stato fatto tempo fa, facendo un gesto più eclatante. Una situazione disperata, insomma, come quella in cui vivono tante realtà imprenditoriali del Salento, purtroppo.

Sì, perché il tempo passa e non lascia scampo, bisogna sopravvivere e senza stipendio è impossibile. I lavoratori, con al fianco le sigle Fiom Cgil Fim Cisl e Uilm, hanno annunciato di essere intenzionati a continuare la protesta fino a che istituzioni, politica e  Trenitalia non si faranno sentire per far intravedere la luce in fondo al tunnel.



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