“Non ha fatto niente contro il batterio”, Italia sotto accusa per la gestione dell’emergenza Xylella

L’Italia sarà deferita alla Corte di giustizia Ue del Lussemburgo per non essere intervenuta, in modo efficace, per fermare la diffusione del batterio della Xylella fastidiosa.

ulivo del salento

Non ha fatto nulla per evitare l’avanzata della Xylella fastidiosa, il batterio killer che ha condannato a morte centinaia di ulivi in Puglia: per questo motivo la Commissione Europea ha deciso di ‘deferire’ l’Italia alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. Una “mossa” che rischia di trasformarsi in una tegola pesantissima per il Belpaese, una spada di Damocle a “sei zeri”.

Non aver abbattuto almeno tremila alberi, tra malati e sani, non è l’unica accusa: c’è anche il livello di inquinamento, per aver violato più volte i limiti di Pm10 nell’aria e le procedure di gestione e smaltimento dei rifiuti radioattivi.

Bacchettati per aver mal gestito l’emergenza Xylella

Sul batterio killer che ha trasformato le campagne da Santa Maria di Leuca a Brindisi in “cimiteri a cielo aperto” i commissari Ue erano stati molto chiari: gli ulivi infetti dovevano essere abbattuti, senza se e senza ma, compresi quelli vicini nel raggio di 100metri. Una decisione drastica che, giustamente, ha trovato resistenze da parte di chi, già provato, si è opposto ai tagli indiscriminati.

«Prendiamo atto della decisione da parte di Bruxelles di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Ue per non aver pienamente applicato le misure per impedire la diffusione della batteriosi procurata dalla Xylella fastidiosa. Questa lentezza è il combinato di procedimenti pendenti al Tar, di resistenze di proprietari ostili agli abbattimenti e della pressante vincolistica nazionale che limita o rallenta la auspicata celerità amministrativa. Sapremo analiticamente dimostrare quanti ostacoli si sono frapposti nel normale fluire delle dinamiche di contrasto alla malattia…» ha dichiarato l’assessore alle Risorse Agroalimentari, Leonardo Di Gioia pronto a dimostrare il lavoro instancabile che è stato fatto in questi anni per fermare una epidemia che continua a non avere cura e che sta mettendo in ginocchio l’intero settore agricolo locale.

Il punto è questo, per anni (da quanto sono stati scoperti i primi focolai) non si è fatto nulla. E quello che doveva essere fatto non si fa. Un esempio? Le buone pratiche agricole che, a lungo andare, potrebbero fermare l’infezione a che stanno?



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