Quando un normale prelievo diventa un’odissea. Ex Fazzi preso d’assalto

Gli utenti del Poliambulatorio del vecchio Fazzi sono triplicati: 300 persone ogni giorno si mettono in coda per effettuare i prelievi. 23mila in più dopo il blocco dei ‘tetti di spesa’ dei laboratori privati. La denuncia di «Salute Salento»

I numeri parlano chiaro, quasi sempre. Dati alla mano sono 23mila gli utenti in più che passano dal Poliambulatorio di piazza Bottazzi, letteralmente preso d’assalto dopo il blocco dei “tetti di spesa” dei laboratori privati. Un flusso di persone quasi triplicato, come fa sapere l Cesare Mazzotta, presidente dell’associazione di volontariato  «Salute Salento». E ancora, parlando in cifre, sono circa 300 gli utenti che, ogni giorno, si mettono in coda per effettuare i prelievi. Tutti ammassati in attesa del proprio turno nella sala d’ingresso della “Cittadella della Salute”, inadeguata a contenere tutti. Quando i laboratori privati disponevano ancora di budget, al massimo se ne contavano un centinaio. E che dire del personale? Tecnici ed impiegati sono allo stremo, ma si continua a tenere la schiena dritta.
 
A farne le spese oltre agli over 65, esenti da ticket è anche chi è disposto ad aspettare ore e ore in fila, pur di risparmiare sul costo degli esami. Per non contare del referto, atteso anche per 20 giorni.
 
Qualche esempio? Come racconta l’associazione una giovane signora il due ottobre scorso ha atteso 3 ore in fila per fare i prelievi. Ha pagato 105 euro. E prima di scegliere il laboratorio pubblico ha chiesto il preventivo alle strutture private: ha risparmiato 25 euro ma dovrà attendere 18 giorni per il ritiro. Le hanno spiegato che qualche esame particolare dovevano mandarlo «fuori» sede, al “Vito Fazzi”. Il laboratorio privato, ha appurato la signora, le avrebbe consegnato il referto in una settimana.  Sono esami particolari che richiedono l’utilizzo di reattivi molto costosi. I “recettori”, per esempio, vengono mandati a Scorrano e a Galatina. E i tempi si allungano. Ma non è finita. La signora leccese dei 105 euro denuncia che « sul foglio del ritiro c’è un numero, 0832.215897, che l’utente deve chiamare per sapere se gli esami sono pronti: chiamare dalle 11 alle 13, da lunedì a venerdì e dalle 16 alle 18 il martedì e il giovedì: non risponde mai nessuno».
 
All’ospedale Vecchio alcuni esami fuori tabella sono a pagamento, come il controllo della «omocisteina», un fattore di rischio cardiovascolare per il quale si pagano 22 euro in regime di Alpi, l’attività a pagamento dei medici. Il costo dello stesso esame all’ospedale leccese «Vito Fazzi» del capoluogo barocco, dove l’Alpi non si pratica, è di 20 euro. Ogni laboratorio può fissare liberamente il costo della prestazione, anche 35 – 45 euro, perché l’esame non rientra nel tabulato regionale.



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