Una seduta straordinaria di radiologi, tecnici e infermieri per smaltire circa ducento prestazioni, accumulatesi a causa della carenza di personale. Vere e proprie “prestazioni aggiuntive” attivate con fondi dell’azienda sanitaria – già previste in bilancio – consistenti in venticinque sedute pomeridiane e otto Tac per turno. Servizio disponibile da lunedì lunedì 24 novembre, fino alla fine dell’anno, tutti i pomeriggi dalle 14.00 alle 20.00, presso il Polo Oncologico del “Vito Fazzi”. La buona notizia ci viene comunicata dall’Associazione “Salute Salento”. Il fenomeno dell’accumulo di prestazioni Tac ai malati oncologici verrà monitorato e seguito anche nel mese di gennaio. Se ne farà carico, ovviamente, il nuovo direttore sanitario. “Sarebbe interessante andare a vedere, nel frattempo – scrive sempre “Salute Salento” – quanti pazienti oncologici si sono rivolti, a pagamento, alla struttura privata”.
Il tam tam mediatico sollevato nei giorni scorsi dal “Tribunale dei diritti del malato” ( venne denunciata l’esistenza di una lista di cinquecento malati oncologici in attesa di fare una Tac di controll) è servito alla Direzione sanitaria della Asl per accelerare le procedure, ridimensionando l’informazione in maniera corretta. Insomma, non saranno state cinquecento, ma ben duecento richieste di Tac per malati oncologici – preoccupati dell’evoluzione della loro patologia – comunque risultano tante. E la ragione dove sta?
«La capacità di risposta di un’organizzazione arriva fino a un certo punto – spiega il direttore sanitario della Asl, Ottavio Narracci, che prosegue – parliamo di strutture che operano in un ospedale che deve rispondere a diverse esigenze: dall’emergenza-urgenza ai bisogni dei ricoverati, dalla presa in carico dei gruppi di patologia alla riduzione della mobilità passiva. Quindi, paradossalmente, il miglioramento della capacità di presa in carico si traduce nella necessità di adeguare anche la risposta in termini di prestazione. Abbiamo adeguato l’organizzazione ai bisogni che cambiano di giorno in giorno e abbiamo destinato le risorse in maniera flessibile, dove servono. Se c’è una necessità in una filiera diagnostica che è in maggiore difficoltà è giusto allocare risorse straordinarie».
Sorge sponsatena, dunque, un’altra domada: perché all’Oncologia di Casarano-Gallipoli il fenomeno dell’accumulo delle prestazioni non si è avuto? La riposta è affidata sempre al dottore Narracci, che interviene precisando:«Queste situazioni in altre aree sono meno incidenti e quindi meno pressanti, ma ci sono. Sull’area di Lecce grava una pressione notevole di pazienti oncologici. E questo è un segno del buon funzionamento dei gruppi di patologia della nostra Rete oncologica che nell’area leccese si è sviluppata con grandi risultati. Sul capoluogo inoltre gravitano almeno 2/3 del bisogno epidemiologico e il “Vito Fazzi”, essendo ospedale di riferimento, tratta patologie più complesse e può contare su una buona organizzazione dei gruppi di patologia».
