Disastro Lecce: contro la Fiorentina la difesa torna inguardabile. Le pagelle

Brutto passo indietro per i giallorossi che cadono in casa contro una Fiorentina scatenata nel primo tempo. Tanti i peccati di lucidità per il Lecce che adesso rischia davvero grosso.

Netto, nettissimo passo indietro per il Lecce che, stavolta, rischia davvero di essere fatale. Al termine di una prestazione tra le più brutte dell’anno, i giallorossi cadono in casa sotto i colpi di una Fiorentina più organizzata, più vogliosa e più motivata nel mettere la parola fine sul discorso salvezza. Finisce 3 a 1 in favore dei Viola: tre reti spalmate nel corso del primo tempo, con un uno-due fatale al 39′ che, di fatto, chiude la partita. Tanti gli errori, ma soprattutto scarsa lucidità per i salentini che dopo i 15 tiri in porta di Cagliari, tirano nello specchio toscano appena tre volte, con gol di Shakhov.

Gabriel, 5.5: un solo gol subito nelle ultime due giornate facevano notizia per davvero e allora, dopo 5 minuti, la Fiorentina passa in vantaggio. Lui non ha grandi colpe, a dire il vero, ma poco dopo commette il fallo che porta al rigore: si riscatta neutralizzando Pulgar. Resta immobile sulla punizione di Ghezzal, così come sull’involata di Cutrone: poteva chiudere meglio lo specchio. Evita il poker su Lirola.

Rispoli, 3.5: inizio shock per lui che alla prima palla toccata, al 5′, di fatto la regala a Ribery che innesca il vantaggio di Chiesa. Un erroraccio che costa carissimo e che lo condiziona per tutta la gara perché il suo è un festival di passaggi sbagliati.

Lucioni, 4: quanta sofferenza questa sera per lui che fa una fatica tremenda per mantenere alta e concentrata la difesa. Sul primo gol l’errore non è suo, ma i viola arrivano in area troppo facilmente. L’emblema della sua serataccia è il 3 a 0 di Cutrone.

Paz, 4: per tutto il primo tempo la Fiorentina fa praticamente quello che vuole, con tante incursioni anche per vie centrali che lui non riesce proprio a leggere. Solo un paio di chiusure, ma per il resto non regge l’urto. Esce a metà di seconda frazione.
dal 65′ Dell’Orco, 5.5: dopo un lungo periodo di degenza post-operatoria, il difensore di proprietà del Sassuolo entra solo per tornare a mettere qualche minuto nelle gambe.

Donati, 5: anche oggi deve sostituire Calderoni e, quindi, scivola sulla corsia mancina. Chiesa però non è un avversario come tutti gli altri e lo beffa spesso e volentieri, sia in fase di copertura, sia in quella di spinta. Ammonito anche lui al 36esimo del primo tempo, da una sua giocata arriva il gol dell’1-3.

Petriccione, 5.5: anche se in diffida, Liverani lo promuove ancora come perno centrale dello scacchiere giallorosso. E’ forse l’unico che sfiora la sufficienza con qualche giocata degna di nota, ma perde sicuramente il confronto con un certo Franck Ribéry. Esce dopo un’ora per non rischiare in vista del prossimo match.
dal 64′ Tachtsidis, 5.5: ultima parte di gara per lui che non giocava da due partite.

Majer, 5: dopo due spezzoni, stavolta parte tra i titolari, pronto a mordere le caviglie di una Fiorentina a trazione offensiva. O almeno queste erano le intenzioni: non riesce a incidere a dovere, sbagliando anzi più del dovuto. Richiamato in panchina nel finale.
dal 72′ Vera, 6-: ultimo spezzone di partita per lui. Non doveva dimostrare nulla ma comunque prova a metterci personalità: serva l’assist a Shakhov per il gol della bandiera.

Barak, 5: un solo tiro dalla distanza, potente ma centrale, non può bastare a salvare una prestazione per nulla positiva. Non corre mai a vuoto, qualche corridoio interessante, ma non riesce ad incidere. Ci mette anche lui lo zampino nella lettura (sbagliata) del movimento di Chiesa in occasione dello 0-1.

Mancosu, 5: ritorno alle origini per il capitano che stasera avanza sulla linea degli attaccanti, alle spalle di Babacar. Doveva dare brio alla manovra offensiva, ma si accende solo a tratti, mancando nell’ultimo passaggio.

Farias, 5.5: dopo l’ottima prestazione di Cagliari, a cui è mancato solo il gol, stavolta compone dal 1′ il trittico offensivo. E’ l’unico capace di accendere davvero la lampadina, ma quella che poteva essere la scossa, a fine primo tempo, lui la stampa sulla traversa con tutto lo specchio a disposizione. E’ il sintomo di scarsa lucidità. Resta nello spogliatoio nel corso dell’intervallo.
dal 45′ Saponara, 5.5: entra nel secondo tempo per cercare di dare un spinta ai suoi, ma non ci riesce. Si muove, ma sbaglia qualche controllo di troppo. Un solo tiro in porta che non lascia il segno.

Babacar, 5: il palo di Cagliari che poteva valere tre punti grida ancora vendetta e pronti-via, l’ex di turno, va vicino al vantaggio, al secondo minuto, sugli sviluppi di un corner. Oggi però, a differenza della trasferta di Cagliari, non riesce a tenere palla a dovere e viene ammonito al 20esimo per fallo tattico.
dal 71′ Shakhov, 6: entra a risultato ampiamente compromesso ma rende meno amaro il passivo.

Liverani, 4: con una difesa praticamente ridotta all’osso, cerca di cambiare qualcosa dalla cintola in su, inserendo Majer dal primo minuto e avanzando Mancosu accanto a Farias. L’inizio però da incubo: sotto di un gol dopo 5 minuti, il Lecce non riesce a prendere coraggio nemmeno dopo il rigore parato da Gabriel. Quella di stasera è forse tra le prestazioni peggiori da quando li tecnico romano siede sulla panchina giallorossa: senza verve, senza lucidità e in balia dell’avversario senza dare segni di reazione. A tratti la qualità del palleggio tra le due formazioni è imbarazzante. Dopo i 4 punti delle ultime due giornate, questa ennesima imbarcata rischia davvero di fare male.



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