Chevanton, dichiarazione d’amore per il Lecce: 18 anni fa il suo contratto con i giallorossi

Amarcord Chevanton che sul suo profilo Instagram ricorda quando, 18 anni fa, ha firmato il suo primo contratto con il Lecce calcio.

Ci sono amori che non finiscono mai, anche quando sembra prendano due strade diverse. Era il 2001, quando un semi-sconosciuto calciatore uruguaiano, Ernesto Javier Chevanton arrivò per la prima volta a Lecce, per firmare il contratto con la squadra giallorossa guidata all’epoca da Alberto Cavasin. Lo aveva fortemente voluto uno che di talenti e di fenomeni se ne intende: tal Pantaleo Corvino, insieme all’altro sudamericano Guillermo Giacomazzi.

La ‘storia’ gli ha dato ragione. I numeri di Cheva parlano chiaro, ma soprattutto a parlare chiaro per lui è il rapporto che ha saputo creare, negli anni, con i tifosi giallorossi che hanno amato sempre la sua grinta, il suo coraggio, la sua lealtà sportiva.

Indimenticabile il primo gol al Via del Mare, quando in un famoso Lecce-Parma con uno stratagemma di quelli ai quali avrebbe abituato i supporters giallorossi, rubò la palla al portiere gialloblù Frey intento nel rinvio e la depositò in rete sotto la curva nord, che esplose.

Oggi, a distanza di 18 anni, Chevantòn conferma quella scelta che l’ha fatto innamorare. Una scintilla che, come scritto sul suo profilo Instagram non si è spenta, anzi è destinata a durare per sempre.

«Ciò che ho fatto per il Lecce, l’ho fatto con il cuore, perché io amo la città, la gente, la squadra, io amo tutto di Lecce», ha scritto. Inutile dire, che il post sta collezionando centinaia di like, tutti dei tifosi che ricordano le sue gesta.

124 partite e 59 gol non sono pochi. Il primo anno si concluse con la retrocessione, ma Cheva non abbandonò la nave affondata e rimase l’anno successivo con mister Delio Rossi per riportarla a galla. E così fu. Trascina la squadra alla promozione in Serie A, nella storica partita contro il Palemo finita 3-0 al Via del Mare.

La terza stagione nel Salento (2003-2004) fu la migliore. Ernesto violò la porta avversaria 19 volte, superando l’altro grande goleador salentino Pedro Pablo Pasculli, risultando il quarto marcatore del Campionato. Lascerà la sua pesante eredità a Valeri Bojinov e Mirko Vucinic.

Ding dong, ding dong…

Da lì partì la sua esperienza verso il grande calcio internazionale che lo portò prima nel principato di Monaco e poi al Siviglia, in Spagna. Tante le soddisfazioni, altrettanti gli infortuni. Dopo una parentesi con la maglia neroazzurra dell’Atalanta, il figliol prodigo tornò a casa. Siamo nella stagione 2010/2011. Non gioca molto, ma l’8 maggio 2011 salvò il Lecce di De Canio, segnando contro il Napoli di Cavani e Mazzarri (2-1 il risultato finale).

Un gol con cui ha condannato alla retrocessione in serie B la Sampdoria al punto che diventa virale il coro dei tifosi genoani: «Ding dong, ding dong intervengo qui da Lecce ha segnato Chevanton». Il Lecce non gli rinnovò il contratto salvo poi riprenderlo nel 2012-2013 in Lega Pro, dove giocò partite decisive anche con una spalla rotta.

Era il primo settembre 2015, quando decide di salutare il Calcio. Aver appeso gli scarpini al chiodo non lo allontana da Lecce, di cui è rimasto un grandissimo tifoso.