
È successo troppe volte per pensare che sia un caso, ormai è chiaro che si tratta, invece, di un rituale osceno che sta togliendo al Calcio la sua essenza sportiva. I piccoli club sono costantemente bersagliati, privi di tutela e mortificati, in primis dai cosiddetti errori arbitrali che quasi sempre sono tali solo da una parte.
Così non può funzionare, il campionato di serie A non può ridursi a un circolo per pochi intimi e pochissimi privilegiati. Ci vogliono strumenti di compensazione efficaci per rendere credibile e godibile una competizione. Non deve vincere soltanto chi è più forte ma chi merita di vincere, e la sportività deve essere un criterio da considerare.
In tutti gli ambiti sociali, lavorativi, professionali esistono delle forme e dei meccanismi di tutela delle cosiddette fasce deboli, di chi è in ritardo, di chi rimane indietro. Le categorie svantaggiate dovrebbero disporre di strumenti efficaci per giocarsela se non proprio alla pari, quasi alla pari. E allora anche nello sport, anche nel Calcio bisognerebbe fare in modo da rendere equilibrato il gioco.
Un arbitro che penalizza, anche con errori involontari, una squadra più debole non solo si pone al di fuori di una logica sportiva, ma anche al di fuori di quel senso civico che dovrebbe animare una comunità evoluta e progredita.
E poi aggiungiamo perentoriamente che dopo aver verificato e riconosciuto apertamente con gli strumenti della tecnologia che una squadra ha subito un torto arbitrale, nelle partite successive la dirigenza arbitrale deve trovare concretamente il modo di riscattare e compensare quei torti, senza che questo sembri un atteggiamento di debolezza o di turbamento dell’andamento naturale degli eventi. Da che mondo e mondo il danno va risarcito.
A nulla serve la sospensione di un arbitro, anzi. Spesso avviene che l’arbitro sospeso torni sulla scena e commetta nuovi errori e anche più gravi. E questo persone dotate di intelligenza e di senso di responsabilità non lo possono accettare. Il mondo cambia, e allora cambiamo anche il Calcio.