Caro Antonio,
sei certamente uno degli allenatori più bravi, preparati e carismatici presenti sul pianeta calcio.
In questi anni in cui tanti tifosi del Lecce ti hanno aspramente criticato per le tue esultanze scomposte ai goal contro i giallorossi, sia da calciatore della Juventus che da tecnico del Bari, ti abbiamo sempre difeso e abbiamo sempre compreso le tue ragioni.
A Torino venivi da un grave infortunio e ti sembrava di ricominciare una nuova vita calcistica, a Bari eri reduce da esperienze negative in panchina che stavano per mettere in dubbio le tue doti di allenatore; ci sta che ti possa venire naturale di esultare anche contro la squadra che ti ha permesso di diventare ciò che sei.
Ma ieri, ieri proprio no, ieri hai esagerato! Hai esultato come e più di sempre!
Diciamo la verità, sapevamo tutti come sarebbe andata a finire tra Inter e Lecce; la sproporzione dei valori tecnici in campo faceva capire, prima ancora di entrare nel rettangolo di gioco, quale sarebbe stata la sorte dei salentini.
Per i leccesi è stata comunque una festa, abbiamo visto addirittura persone in lacrime mentre entravano al Meazza, dopo l’inferno chiamato Lega Pro.
Cosa ti sarebbe costato non esultare in quella maniera così eccessiva ai goal dell’Inter? Almeno al primo. Sarebbe stato un bel gesto, un modo per dire “un po’ mi spiace” segnare ai giallorossi.
Tutti avrebbero notato questa scelta e avrebbero voltato pagina rispetto a ciò che, invece, si pensa di te.
Del resto, non esultare dinanzi ai propri ex è qualcosa che fanno perfino i calciatori mediocri. Figurati poi esultare contro la squadra della tua città, quella squadra che ti ha valorizzato, che ti fatto crescere come atleta e come uomo.
Perché non ti è venuto in mente di lanciare questo segnale distensivo?
Sarebbe stato bello.
“Conte non esulta ai goal dell’Inter contro il suo Lecce”, sarebbero stati i titoli di giornale. E tante incomprensioni si sarebbero chiuse, dimenticate.
Ma tu ieri hai scelto di percorrere un’altra strada, di seguire fino in fondo – nel bene e nel male – il tuo carattere.
“È fatto così, lui ama il Lecce, ma non chiedetegli di non esultare perché la sua esultanza è viscerale” dicono quelli che lo conoscono bene.
Pazienza, ognuno sceglie il suo percorso. Magari a chi dà del tu ad Agnelli, Abramovich e Zhang sono di poco conto le considerazioni di qualche tifoso giallorosso.
Ce ne faremo una ragione e continueremo a rispettarti anche se il rapporto con i leccesi sarà per sempre di incomprensione totale.
Saranno anche paturnie da vecchi romantici fuori-moda del pallone, ma sarebbe stato bello poterti accogliere in maniera diversa al Via del Mare.
In bocca al lupo per la tua carriera!
