Dopo l’esonero di Luca Gotti, la conferenza stampa nella quale la dirigenza ha fatto il punto e spiegato le cause della decisione, quella di oggi è stata la giornata di Marco Giampaolo, il tecnico chiamato a dare una scossa alla squadra, ritrovare i risultati e cercare di entrare nella storia, conquistando la terza salvezza consecutiva nel massimo torneo, cosa mai avvenuta al Lecce negli anni della sua storia.
“Diamo un calorosissimo benvenuto a Marco Giampaolo. Il cambio di tecnico è una scelta che abbiamo voluto fare, perché al di là della classifica abbiamo sempre guardato al percorso e all’identità che la squadra deve avere e il cambio è stato legato a questa visione. Abbiamo preso la società 10 anni fa in Serie C e in questo tempo abbiamo conquistato la A, creato un progetto che ha puntato sul Settore Giovanile e nel tempo questo club è diventato sempre più all’avanguardia. Stiamo realizzando un centro sportivo di proprietà e a breve lo stadio sarà interamente dotato di copertura. In questo momento siamo a un punto da un risultato storico, l’umore non è alto, ma questa piazza si saprà riprendere rapidamente. Da parte nostra ci sarà sempre supporto quotidiano”, ha affermato il presidente Saverio Sticchi Damiani.
“A volte siamo costretti a scelte dolorose, ma sono figlie di un senso di responsabilità e bisogna prenderle. Oggi siamo a presentare il nuovo timoniere, l’allenatore che avrà il duro compito di ritrovare la rotta giusta, che non è facile. In A ci si salva o si retrocede per un punto, sono passate 13 giornate e questo mi fa pensare sarà un’impresa ardua, ma possono riuscire, come avvenuto alcuni anni fa che a Natale eravamo ultimi e poi abbiamo conquistato la salvezza”, sono state le parole del Responsabile dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino.
“Ringrazio il club per la possibilità. Due anni di assenza sono tanti, però, dopo una prima pausa in cui mi sono allontanato ho ripreso a lavorare e il lavoro è anche mentale. Il Lecce l’ho visto, non dal vivo ma l’ho seguito. I calciatori prima di giudicarli bisogna allenarli, ho voglia di farlo e molto entusiasmo. Devo entrare in un ambiente che al momento è nuovo. Rebic l’ho allenato un mese, siamo stati troppo poco tempo insieme, ma ricordo un ragazzo determinato, a volte ‘tignoso’ e un po’ cattivo. Sono contento di ritrovarlo”, sono state le prime parole di Giampaolo da tecnico dei giallorossi.
Ho valutato la rosa a mia disposizione, ci sono tante ali e due prime punte se Rebic lo consideriamo tale. Lui deve essere una risorsa per la squadra, ma lo dico riferito a tutti, anche Burnete. Il mio focus è sempre rivolto alla squadra, oggi si gioca in 16 e bisogna fare un salto di qualità mentale da questo punto di vista.
Il calcio in questi anni è cambiato, oggi si gioca sempre uomo contro uomo e non ci sono sistemi di gioco, ci si attacca in un modo e difende in un altro e bisogna stare dietro al cambiamento.
Ci sono tante squadre in pochi punti, ci sarà da giocare fino all’ultima gara, ho le mie idee, ma dovrò conoscere in maniera più dettagliata i ragazzi e dovranno essere bravi a metterci molto del loro.
Allenatore di campo è un gergo che utilizzano i direttori, io ho caratteristiche che mi rappresentano, nei pregi e nei difetti. La squadra penso sia stata costruita per giocare in una determinata maniera, con la difesa a quattro, due ali e una prima punta, detto alla vecchia maniera, poi, vedremo.
Non tutte le squadre dispongono di un piede destro a destra e un sinistro a sinistro e parlo di tutte, non credo che sia determinante che abbiamo due esterni con piede destro.
Devo entrare nelle situazioni della squadra e poi sarò più preciso per quel che riguarda la necessità di rinforzi nel mercato di gennaio.
Lecce per me è una grande opportunità, ma la convinzione sta nel fatto che ci siano giocatori che possono esprimere meglio il mio pensiero, è un sì motivato da argomenti tecnici, ho avuto qualche richiesta all’estero, ma favorevoli solo dal punto di vista economico. Il Direttore mi ha chiesto di lavorare, ma da questo punto di vista mi ritengo uno che lo fa. Lecce hanno detto che è bellissima, ma la visiterò solo alla fine del mio percorso.
Voglio cercare di giocare, penso che se la squadra gioca a calcio può vincere le partite, se il possesso di palla è maggiore difendo meno, per giocare a calcio servono qualità tecniche e la squadra non è digiuna da questo punto di vista, ma l’idea è quella di fare la partita e cercare di subirla il meno possibile. Più si è lunghi più si corre.
Il supporto dei tifosi è sempre determinante, le squadre devo essere incitate e alla fine della partita. E’ giusto contestare se la prestazione non sarà buona. Molte volte le gare si vincono perché è incessante il sostegno e crea le condizioni per vincere, anche se poi bisogna metterci del tuo.
I dettagli possono decidere la salvezza, i dettagli durante il lavoro, nei comportamenti…
Oggi sono in cerca di riaffermare le mie idee di calcio e questo club, questa squadra e questo ambiente mi stanno danno un’opportunità e io dovrò ricambiare. Ciò mi motiva fortemente.
Sul piano del lavoro non ci sono differenze tra lottare per scudetto o salvarsi, in alcune categoria. Quando si lotta per la salvezza bisogna avere resilienza e metterci del tuo dal punto di vista caratteriale.
Il regista deve avere una certa ‘musicalità’ e devo vedere se Oudin sia in grado di ricoprire questo ruolo, lo devo allenare.
Per quel che riguarda il terzino mi piace che siano sinistri a sinistra e destri a destra, per gli esterni offensivi, preferisco che siano a piede invertito.
il Direttore Corvino, mi ha ribadito di dare una direzione al lavoro, ma senza minimante accennare a Gotti che è anche un mio amico. Mi ha chiesto di lavorare e mi ha parlato di laboratorio”.