Un Lecce stoico e mai domo firma il quarto successo consecutivo nel big match del venerdì sera contro il Chievo Verona e svetta in cima alla classifica. Contro una squadra ben organizzata, mister Corini parte bene con i soliti noti: Coda interrompe la sua striscia positiva, ma serve a Stepinski la palla del vantaggio. Poi la solita, immancabile, leggerezza difensiva costa il pari che regge fino al 93′: Falco, entrato da poco rompe gli equilibri e fa spiccare il volo ai giallorossi.
Gabriel, 6.5: qualche giorno di apprensione per lui che contro la Reggiana ha rimediato una storta alla caviglia, per fortuna senza conseguenze. Primo, super, intervento al quinto minuto, sulla botta dal limite dell’area di Obi: la sua opposizione è da fuoriclasse. Non può nulla, invece, su Garritano in occasione dell’1 a 1.
Adjapong, 6: il pendolino modenese macina corsa come sempre. Il Lecce però stavolta sviluppa poco il gioco nella zona destra e così lui risparmia qualche energia che torna utile in fase difensiva. Più cercato nel corso della ripresa quando si divora anche un’occasione per battere a rete, ma spara alto un buon pallone. Cala alla distanza perdendo qualche controllo palla di troppo.
Lucioni, 6: si conferma anche contro una big, reggendo l’urto e tenendo sempre attenta la difesa salentina. Stavolta però l’errore che porta al solito gol incassato è suo: male su Garritano lasciato libero di pareggiare mentre lo Zio era sull’uomo già marcato da Meccariello. Ammonito al 76esimo.
Meccariello, 6.5: stringe i denti e si presenta regolarmente in campo nonostante qualche acciacco con cui deve fare i conti. Inizio tentennante con un disimpegno sbagliato al 2′ che permette al Chievo di far paura. Poi cresce anche in convinzione e non si segnalano sbavature.
Calderoni, 6+ : si conferma in crescita, spingendo con regolarità e tornando ad essere anche molto preciso in fase di cross. Bello il suo duello con Mogos: quasi sempre puntuale in marcatura. Rimedia un giallo in avvio di seconda frazione per ostruzione su Canotto e anche per questo Corini è il primo che richiama in panchina.
dal 53′ Zuta, 5: anche se fresco, il Chievo (e Canotto in particolare) lo punta continuamente, riuscendo spesso a superarlo. Grande sofferenza per lui che riesce a respirare solo quando viene in suo soccorso il neo entrato Majer.
Tachtsidis, 7- : giganteggia in una zona del campo colma di qualità, da una parte e dall’altra. L’ellenico è onnipresente in ogni azione del Lecce, mettendo ordine e geometria. Ma quando abbassa i giri – anche per stanchezza – ne risente tutta la squadra.
Henderson, 6: Corini glielo ripete continuamente: vuole i suoi inserimenti tra le linee per provare a prendere contro tempo gli scaligeri. La mossa riesce a tratti, ma comunque la sua prestazione è la solita grintosa. Ammonito anche lui alla mezzora e anche per lui Corini preferisce spendere un cambio.
dal 67′ Majer, 6.5: gettato nella mischia con il chiaro intento di tenere più vicini i reparti e per dare manforte ad uno spaesato Zuta. Missione compiuta perché con il suo ingresso il Lecce ritrova più solidità e riesce a recuperare qualche pallone in più.
Paganini, 6.5: si attarda a risalire in occasione dell’1-1, mantenendo in gioco Garritano. Reclama un fallo da rigore subito al 33′: a velocità normale ci poteva stare, ma la moviola conferma la buona lettura dell’arbitro. Cartellino giallo rimediato al 65′.
Mancosu, 6.5: due anni fa, sempre in B, il “Bentegodi” fu teatro di uno dei gol più belli della sua carriera. Al tempo era l’Hellas, oggi il Chievo e la magia stavolta non riesce anche se si divora la rete al 28esimo, alzando troppo sulla traversa da distanza ravvicinata. Per il resto, è il solito capitano dal grande cuore. Non tira mai indietro la gamba e l’intesa con Coda si fa sempre più affinata: ottimi i dialoghi tra i due.
dal 80′ Listkowski, 6: dopo quello contro la Reggina, il talento polacco gioca un altro spezzo finale di gara. Pimpante, dimostra di aver ritrovato una buona forma fisica.
Stepinski, 7.5: grande ex in campo, il polacco – come spesso accade – ci mette un po’ a carburare ma stavolta, quando lo fa, va subito a segno. Imperioso il suo stacco aereo che vale il momentaneo vantaggio giallorosso (con tanto di esultanza sul campo che lo ha visto esordire in Italia) tornando così al gol dopo il giro a vuoto contro la Reggiana. Gara molto attiva la sua, fatta di grande sacrificio e senso di posizione. Esce quando Corini decide di puntare sulla fantasia di Falco.
dal 68′ Falco, 7.5: entra nel momento più difficile della gara per i giallorossi e cambia l’inerzia del match e della classifica. Il suo ingresso garantisce maggiore brio e imprevedibilità: prima serve un bel cross che Coda non sfrutta a dovere ma in pieno recupero trova – con il piede meno amico – la rete che manda in orbita i salentini.
Coda, 7: il bomber giallorosso spezza la sua incredibile serie di sei gare consecutive in rete, andandoci molto vicino con un bel colpo di testa al 18′, ma trovando un super riflesso di Seculin. E allora, quando non può andare in gol, si inventa assist-man e al 20esimo serve il passaggio perfetto per l’iniziale vantaggio di Stepinski. Prestazione di sacrificio la sua con qualche spunto interessante.
dal 81′ Pettinari, 6: Stefano meriterebbe sempre qualche minuto in più in campo perchè l’impressione è che possa sempre trovare la giocata giusta. Come quella di stasera, con cui manda in rete Falco dopo aver vinto un rimpallo su Rigione.
Corini, 7.5: in quello stadio, proprio con la maglia del Chievo, ha vissuto anni indimenticabili, ricco di imprese. Un po’ come quella di stasera dove il Lecce comanda per larghi tratti, soffre il giusto contro un’altra big del campionato, ma alla fine vince soprattutto grazie alle scelte in corsa. Eugenio ‘Genio’ Corini, infatti, indovina tutti i cambi, rimediando a quello di Zuta, apparso sotto tono e subito coadiuvato da Majer. Ma è la mossa di Falco quella vincente: il talento di Pulsano è davvero rientrato a pieno nel progetto giallorosso e la sua rete allo scadere vale il quarto successo di fila e il primato in classifica.