Una sconfitta tanto immeritata quanto, probabilmente, decisiva. Il Lecce perde sul campo del Genoa e resta ancorato al terzultimo posto, adesso a -4 dai grifoni e con gli scontri diretti a sfavore. I giallorossi però fanno tutto loro: regalano le azioni dei due gol, sbagliano un rigore ma si rimettono in partita con la costanza e la voglia di crederci. Il Genoa, però, approfitta anche della fortuna e forse getta all’inferno la truppa di Liverani.
Gabriel, 6: tanta, troppa, sfortuna per lui che se prima viene preso in controtempo dal tiro di Sanabria sull’1 a 0, sul 2-1 la palla carambola sulla sua schiena prima di entrare in rete. Il Genoa ne approfitta col minimo sforzo.
Donati, 6- : torna nella ‘sua’ corsia destra, facendo rifiatare Rispoli. Luci e ombre per lui che sente tanto l’importanza del match: più di qualche bella sgroppata, ma è impacciato nell’azione del vantaggio dei grifoni. Poteva certamente fare di più e meglio.
Lucioni, 6: anche lui in ritardo sulla chiusura di Sanabria, nel complesso non sfigura (ma non è una novità). Il Genoa quando arriva per vie centrali fa sempre paura, ma lui regge l’urto. Cartellino giallo per fallo di Pandev al 51′.
Paz, 6.5: Pandev non è un cliente come molti altri. Liverani – che aveva avvertito alla vigilia – predispone su di lui una sorveglianza speciale che l’argentino assicura con costanza e concentrazione.
Dell’Orco, 5.5: con Calderoni out e Rispoli non al meglio, ritrova un posto tra i titolari: non accadeva dal 26 gennaio. Liverani lo sceglie perché più difensivista, ma anche perché Rispoli contro la Fiorentina ha partecipato ad un festival dell’errore. Ma lui non vuol fare da meno e al 7′, da un suo sbaglio in uscita, prende vita il vantaggio rossoblù. Un errore gravissimo che macchia una discreta prova.
Petriccione, 6: confermatissimo in regia è il collante tra difesa e reparto offensivo. Ogni azione passa dai suoi piedi, ma non si accende fino in fondo. Ammonito al 34esimo: era in diffida e salterà Brescia mercoledì prossimo. Esce al minuto 82, prima di non coprire abbastanza lo specchio a Jagiello sul 2 a 1.
dal 82′ Falco, 5: entra subito dopo il secondo svantaggio con la speranza di cambiare l’inerzia nel finale del match. Non ci riesce.
Barak, 6: tra i tre di centrocampo è certamente il più dinamico e propositivo. Macina corsa, vuole essere dappertutto, ma non è sempre preciso, nemmeno sotto porta. L’occasione più ghiotta è quella che arriva al 67eismo, ma il suo piattone si spegne alto sopra la traversa.
Mancosu, 5.5: non ha brillato come trequartista mercoledì scorso e allora Liverani lo ripropone nel tris di centrocampo. Gioca come sempre con il suo solito temperamento, ma non è da lui sbagliare due penalty di fila in quel modo. Dal rigore fallito contro la Lazio non è più lucido sotto porta e quando trova il pareggio con un po’ di fortuna scarica la tensione con qualche lacrima.
Saponara, 5.5: dopo il mezzo tempo disputato contro la Fiorentina, torna dal primo minuto. E’ uno dei tanti ex di turno e sente la pressione. Si muove, per carità, partendo sempre molto largo, ma da lui serve per altro. Da una palla non spazzata al limite dell’area il Genoa trova il secondo vantaggio.
Farias, 6: nell’ultima partita si era dato la staffetta con Saponara, oggi, invece, lo affianca sulla trequarti. E’ l’unico in campo a dare brio e imprevedibilità all’azione. Nel secondo tempo cala vistosamente, ma resta in campo fino alla fine.
Babacar, 5.5: Lapadula scalpita, ma solo il Kuma poteva andare in campo dal 1′. Peccato che ci resta appena mezzora perché si stira ed esce dopo un paio di scatti senza esito.
dal 32′ Lapadula, 6: l’ex di turno più atteso si aspettava di giocare e non vedeva l’ora. La condizione non può essere delle migliori, ma lui si danna l’anima. Entra con la giusta grinta, sciupa da solo il gol dell’1-1, ma si procura il rigore che però Mancosu sciupa. Nella ripresa costantemente cercato in area, ma non graffia.
Liverani, 6: reduce dalla cocente sconfitta contro la Fiorentina, il mister in un match da quasi dentro o fuori promuove Dell’Orco nel quartetto difensivo, lasciando in panchina Rispoli. In avanti, invece, si affida a Saponara, Farias e Babacar (che però perde dopo 30′). Aveva chiesto a gran voce ai suoi di smetterla con gli errori: ma prima Dell’Orco regala come Babbo Natale la palla dell’uno a zero, poi capitan Mancosu sciupa il rigore che poteva ribaltare tutto, inerzia e risultato. Il Lecce però non demorde, pedala e trova il pari, senza rischiare mai davvero. Ma quando la ruota della (s)fortuna non gira a tuo favore c’è poco da fare. Il suo Lecce non meritava nemmeno questa sconfitta, ma arriva comunque e con lei, forse, anche la retrocessione.
