“Ritorno in campo entro il mese di giugno perché non sarò io il becchino del calcio italiano”. Con queste parole il Presidente della FIGC Gabriele Gravina preme sull’acceleratore e punta dritto alla ripresa del campionato.
La Serie A non è ancora giunta ad una decisione definitiva: la maggior parte dei club vota per il ritorno sul campo (ma solo in condizioni di sicurezza), altri dicono un ‘NO’ convinto, altri ancora non si sono espressi. Nel frattempo la Federcalcio ha stilato il suo Protocollo per la sicurezza delle squadre: un documento pieno di prescrizioni mediche, controlli sanitari, allenamenti per gruppi e a distanza di sicurezza, partite blindate ma sopratutto maxi ritiri permanenti fino a fine stagione.
Il nodo logistico è alla base di alcune perplessità dei presidenti perché se molte società dispongono di un loro centro sportivo entro il quel relegare il “gruppo squadra“, altre devono fare di necessità virtù, con ulteriori sforzi economici.
E’ il caso del Lecce che, sebbene senza brusche accelerazioni, punta alla conclusione della Serie A sul campo. La posizione del club di via Costadura è chiara e mette al primo posto il rientro dell’emergenza sanitaria. A livello logistico, invece, i giallorossi vorrebbero affidarsi all’Acaya Golf Resort, il quartier generale degli allenamenti, chiamato ora a trasformarsi in un vero e proprio centro tecnico con campi, palestre, stanze e alloggi a disposizione dell’US Lecce.
Il dialogo è quotidiano, ma non c’è ancora la fumata bianca. Anche di questo ha parlato nel pomeriggio il vicepresidente Corrado Liguori, intervenuto in diretta Instagram sulla pagina ufficiale della società.
“Ad oggi la situazione vede un protocollo che è al vaglio dei responsabili sanitari di ogni squadra. Spetterà poi alla FIGC presentare il progetto per la ripartenza del campionato al Governo. La nostra posizione è molto chiara: non abbiamo nulla in contrario alla ripresa delle partite, ma a condizione che sia garantita la massima sicurezza di tutti. Abbiamo un dialogo aperto con l’Acaya Golf Resort, ma abbiamo anche un piano B: se si dovere ripartire, ci faremo trovare pronti.
L’emergenza coronavirus ha ovviamente spezzato gli entusiasmi, soprattutto per chi come Liguori vive il calcio in modo viscerale. “La situazione è veramente particolare – dice. Stiamo cercando in tutti i modi di rendere il momento meno pesante. Anche noi restiamo costantemente aggiornati, con il Presidente Sticchi Damiani che ci aggiorna minuto per minuto sull’evoluzione della situazione. E’ lui il nostro delegato a sovrintendere il dialogo con le istituzioni. Le grandi incognite sono legate alle garanzie sulla salute, sulla messa in sicurezza e sui contratti in scadenza.
Tornare in campo ovviamente sarà diverso rispetto a due mesi fa, sotto molti punti di vista, soprattutto ambientale perché per una realtà come la nostra non avere il supporto dei tifosi peserà molto.
Qualcuno vuole accelerare? Forse si: stiamo ancora contando grandi numeri relativi al contagio. Prima di riprendere è bene mettere tutto in sicurezza. E’ evidente che ci siano degli interessi anche di natura economica ma da questo punto di vista il Lecce, come sempre, non vuole lucrare su questa emergenza”.
Mancherà il sostegno della gente
Le porte chiuse sono una cosa certa e molti si chiedono cosa accadrà con gli abbonamenti che quest’anno hanno toccato la quota vertiginosa di 19mila unità. “Servirà anche qui un ragionamento globale – commenta il vicepresidente. Credo comunque che per nostra filosofia troveremo uno strumento per gli abbonati attuali per compensare questa perdita. Non so se faremo degli sconti, se regaleremo gadget o se rimborseremo una quota, ma sicuramente qualcosa la tireremo fuori anche perché con i tifosi è come se ci fosse un patto di sangue”.
Per Corrado Liguri l’occasione è utile anche per guardare al futuro prossimo. Lui, uno dei pilastri della dirigenza della doppia promozione, sogna, ma con i piedi per terra. “Partiamo dalla questione stadio. In estate ha pesato un bella cifra in bilancio riammodernarlo e renderlo a norma in tempi record. La convenzione? L’iter amministrativo con il Comune sta andando avanti: speriamo si concluda quanto prima.
Progetti per il futuro? Partendo sempre dalla sostenibilità del bilancio, il nostro obiettivo è sempre quello di crescere. L’unico assillo di tempo lo avevamo per uscire dal pantano della Serie C, ma ora non vogliamo avere fretta. Sicuramente un aspetto su cui si dovrà lavorare molto è quello della creazione di un centro sportivo. Un altro mio pallino è quello della creazione di un canale tv tematico dedicato solo al Lecce: è iniziato un ragionamento”, conclude.
