Lecce, Sticchi Damiani è chiaro: “in campo se le condizioni lo permettono. Squallido approfittare dell’emergenza”

Per il Presidente giallorosso microfoni aperti su Instagram: “il Salento si dimostra maturo anche in questa emergenza. Il campionato? Puntiamo a concluderlo, ma solo senza rischi”.

Un pensiero chiaro: “se l’emergenza sanitaria passerà presto – come tutti ci auguriamo – il Lecce vorrà tornare a giocare e finire il campionato, rispettando il risulto che decreterà il campo. In questo momento non ci sono fondamenti di nessun tipo che vedrebbero il Lecce retrocesso, ma sarebbe davvero squallido approfittare di questa situazione”.

Lo ribadisce a chiare lettere il Presidente dell’US Lecce Saverio Sticchi Damiani, intervenuto oggi pomeriggio in diretta sul canale Instagram della società, per una chiacchierata a tutto tondo con i tifosi. Tanti i temi toccati: il momento difficile che tutti stiamo vivendo, la situazione in Serie A, la possibile ripresa del campionato e anche qualche tuffo nel passato.

“Il Lecce manca tantissimo, a tutti, specialmente le domeniche – dichiara in apertura il numero uno di via Costadura. E’ chiaro che, senza alcuna retorica, oggi ci siano cose più importanti a cui pensare. C’è un’emergenza sanitaria grave da cui uscire quanto prima e come US Lecce stiamo ragionando con il “Vito Fazzi” per un intervento di acquisto di materiali di cui ha bisogno l’ospedale della nostra città”.

Sul destino del campionato però il Lecce ha le idee chiare: “oggi la situazione è incerta – spiega SSD – ma la nostra pozione è chiara dal primo momento. Noi siamo allineati con quello che ci dice la UEFA e la Lega: se ci sono le condizioni sanitarie, il calcio deve ripartire per evitare una implosione. Ma la condizione di partenza deve essere la salute di tutti, calciatori e tifosi.

Se il campionato non dovesse concludersi regolarmente, ci sarebbe una cristallizzazione della classifica che, a mio avviso, dovrebbe preservare tutte e 20 le squadre. Ho letto che il Presidente Gravina, invece, vorrebbe due retrocessioni (dato che due sono le società di B che spingono a salire). Il Lecce, dunque, non potrebbe in alcuo modo essere penalizzato: non ci sarebbe alcun fondamento giuridico e/o sportivo per questo e io mi faccio garante delle posizione di questo club.

Ma, mi ripeto, se le condizioni lo permetteranno, noi siamo dell’idea di tornare in campo, anche al costo di correre il rischio retrocessione. Se l’industria calcio ha bisogno delle competizioni, noi ci siamo, salvaguardando ogni risultato sportivo. Sarebbe squallido approfittare di questa situazione di emergenza. Dal punto di vista sportivo, credo che il Lecce abbia tutto per potersi salvare, ma il giudice ultimo sia sempre il campo”.

Nodi contrattuali e gli allenamenti

Il Presidente giallorosso, poi, fa il punto in casa Lecce: “i giocatori sono tutti in città. Si allenano in casa, per quello che è possibile. Noi cerchiamo di essere sempre vicini a loro, con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione. Partite a porte chiuse? Ci aspettavamo tanti messaggi di rimborso: in realtà abbiamo ricevuto tante mail in cui la gente ci comunicava l’intenzione di non voler nulla indietro. E’ un bel messaggio, l’ennesimo, che arriva dai tifosi, ma per il futuro tuteleremo gli interessi di tutti.

Non serve a niente fissare date per presunte riprese degli allenamenti, come stanno tentando di fare alcuni presidenti: le date oggi le possono dettare solo gli esperti e l’emergenza.

A livello contrattuale è ancora presto per ragionare sul futuro di molti giocatori. Per Saponara c’è un’intesa con la Fiorentina di sederci a discutere a campionato finito. Barak? Lui è in prestito secco. Ma ho visto che si è subito integrato bene.

E poi ci sono nodi Lapadula, Farias ed di tanti altri altri, ma al momento è presto per fare ipotesi. Falco? E’ di proprietà e non è in scadenza: se qualcuno è interessato a lui deve prima convincere il ragazzo, e poi convincere noi. Tutto dipenderà dal progetto tecnico del prossimo anno: se si dovesse ripartire ancora da Liverani, come ci auguriamo, gran parte della rosa potrebbe essere riconfermata”.

Il legame con il Salento

L’occasione, sollecitato dai tanti tifosi, è stata utile per l’avvocato salentino di tracciare un bilancio di quella che è, ad oggi, la sua esperienza al vertice della società giallorossa.

“Con il territorio in questi anni si è creata una simbiosi che va oltre le vittorie ottenute sul campo: a legarci c’è l’amore per la propria squadra, per la propria terra. Noi siamo quello che i tifosi hanno sempre richiesto: non grandi nomi, ma una società in ordine, che rispetta i conti e le regole. E’ questo è segno di una grande maturità di questa piazza. La stessa maturità che sto vedendo in questi giorni da parte di tutti i salentini, che fanno quello che le autorità hanno chiesto, come dimostrano i limitati casi di contagio che abbiamo qui da noi.

Come è nata l’idea di acquisire il club? Non era nei miei progetti, è nato tutto un po’ per caso: vedevo la volontà di Tesoro di vendere, mentre intorno non si muoveva niente. Dopo alcune notti insonni, quindi, ho deciso di restituire attraverso il calcio tutto quello che la mia terra mi ha dato nella vita.

L’avventura è iniziata con la delusione, a fine stagione, di Alessandria: quella era stata una delle partite più belle ed uscire così dai playoff fece davvero male. Ma la sera stessa di quella sconfitta ci siamo catapultati sulla stagione successiva, che poi è stata quella della rinascita“.

Quella rinascita è arrivata un anno dopo, festeggiata nella vittoria contro la Paganese: “se ci ripenso – confessa – dico che l’emozione che mi ha dato la vittoria del campionato di Serie C è forse maggiore di quella della promozione in A. Per noi il ritorno in B era una sorta di obbligo morale verso il Salento.

Lo scorso anno, invece, è stata come una favola. Non mi aspettavo di vincere il campionato cadetto, o almeno non subito: quello che i ragazzi hanno fatto è stato incredibile, battendo una concorrenza che è da anni che prova ad arrivare il Massima Serie.

In soli due anni è cambiato il mondo: il salto compiuto era difficilmente immaginabile e non costa niente sognare ancora in grade. Io sono tenuto ad essere realista, ma non nascondo che sogno anche io: vorrei tanto la salvezza per scrivere un’altra bella pagina di storia”.

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Saverio Sticchi Damiani

Una pagina che passa anche da alcuni momenti di questa stagione che Saverio Sticchi Damiani custodisce tra i ricordi più belli. “Ci sono state tante vittorie che ci hanno dato lustro: quelle in trasferta contro Torino, Fiorentina e Napoli, i pareggi contro Juventus e Inter. Ma la vera liberazione, che ha rappresentato un po’ la chiusura del cerchio, è stata la prima vittoria in casa, dove non vedevamo l’ora di regalare questa gioia ai 20mila abbonati.

Qui da subito si è creato un clima intenso, di condivisione, che ha finito per coinvolgere anche Marina, mia moglie: lei non mi molla un attimo e non si perde una partita, nemmeno in trasferta. Il rapporto umano con il resto dei miei compagni di avventura mi manca tanto, mi manca la sede, i dipendenti. Ma soprattutto mi manca il rapporto con il DS Meluso con cui da sempre ci sentiamo quotidianamente”.

Il Presidente Sticchi Damiani ha, infine, toccato altri temi scottanti. Tra cui quello legato alla gestione dello stadio. “Siamo al lavoro con il Comune per il rinnovo della convenzione – dice – che mi auguro arrivi in tempi brevi. In estate abbiamo speso tanto per il nostro stadio, agendo più col cuore che con la testa. La copertura integrale del ‘Via del Mare’? Il discorso è ancora in piedi: con il CONI c’è l’intesa su un finanziamento di 3 milioni in vista dei prossimi Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto nel 2026, con alcune gare di calcio in programma anche a Lecce.

Modello Atalanta? Quello che ha fatto l’Atalanta è quasi impossibile da ripetere in una piccola piazza. Ma da quella esperienza si può prendere spunto che cercare di far maturare tanti giocatori in Salento, valorizzandoli e alzando, di volta in volta, l’asticella”.



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