Dove eravamo rimasti? Ad una imbarcata casalinga e, purtroppo, il Lecce riparte esattamente da lì. Pesante 4 a 1 rifilato ai giallorossi da un Milan che, col minimo sforzo, giganteggia: per i giallorossi un ritardo netto sul piano della condizione fisica (tanto che Tachtsidis, non proprio un maratoneta, spesso sale in cattedra), ma che non può rappresentare un alibi per una prestazione ampiamente sotto tono.
Gara tutto sommato piacevole – anche se ricca di tanti errori – fino al pareggio di Mancosu su rigore: poi i Pioli’s Boys dilagano. Per i salentini tante trame palla a terra ma sempre fine a se stesse: il bel gioco, quando arriva, deve portare al gol o non ci si salva.
Gabriel, 5: Ottima reattività al quarto d’ora su Bonaventura sugli sviluppi di un corner rossonero; poco dopo bissa su Castillejo e Kessié. Alla mezzora, però, non può nulla sulla conclusione ravvicinata di Castillejo che porta in vantaggio il Diavolo. Male, invece, in fase di respinta in occasione del tap-in di Bonaventura. In balia dei rossoneri sugli ultimi due gol.
Rispoli, 5: con Donati squalificato era certamente lui il primo sostituto sulla fascia destra. Ingaggia con Theo Hernández un duello tutta velocità, ma spesso ha la peggio.
Lucioni, 5: tocca come sempre a lui guidare la retroguardia giallorossa ma ci sono tempi e coperture ancora da registrare. Ammonito ad inizio di secondo tempo, si perde Leao sul poker degli ospiti.
Meccariello, 5: un po’ a sorpresa Rossettini finisce in panchina e così lui, insieme a Lucioni, torna a comporre la coppia di centrali dello scorso anno. Suo il primo tiro verso la porta di Donnarumma, di testa, troppo alto. Marcature, però, troppo generose e il Lecce paga dazio per questo sul gol dello 0-1. Spera di rifarsi poco dopo, ma il suo pareggio viene annullato da un millimetrico fuorigioco.
Calderoni, 5: nel girone d’andata si è travestito da supereroe, ma oggi dalle sue parti arrivano il primo e il quarto gol del Milan. Lo spirito di sacrificio non manca mai, ma manca lo spunto giusto, specie in fase di contenimento. Serve lui il cross per Meccariello, con il gol annullato per off-side.
Tachtsidis, 5.5: in mezzo le scelte sono pressoché obbligate e lui dopo 5 mesi ritrova una maglia da titolare (l’ultima volta a Verona). Con ritmi i ritmi lenti è sicuramente più a suo agio: ottimo senso di posizione, ma troppi tocchi sbagliati in uscita.
Petriccione, 5: con Tachtsidis in regia, agisce da mezzala destra. Il suo è un lavoro oscuro, poco evidente e non sempre efficace. Deve ritrovare gamba e personalità.
Mancosu, 6- : nonostante qualche fastidio muscolare delle ultime settimane, il capitano compone il tris di centrocampo. Lampante il ritardo di condizione, ma nei momenti clou c’è sempre: dal dischetto è glaciale, come sempre. Il pari però dura una manciata di secondi e si eclissa anche lui.
dal 86′ Shakhov, senza voto: scampoli di una gara senza più senso.
Saponara, 5: 8 presenze con la maglia del Milan nel lontano 2014 fanno comunque di lui un ex. Non è suo compito contenere, ma sul vantaggio dei lombardi, con Calderoni più stretto, si perde il cross vincente di Calhanoglu. In generale un palese ritardo di condizione non giustifica una gara ampiamente sotto tono.
dal 85′ Vera, senza voto: entra nel finale solo per il curriculum.
Falco, 5.5: schierato nel settore destro del tridente, per una buona mezzora tocca davvero pochi palloni. Sarà che è a corto di fiato, ma quando si posiziona dietro la punta, si rende più partecipe alla manovra. Ma oggi nessun guizzo.
Lapadula, 6-: l’ex di turno più atteso, si muove bene per 20 minuti, abbassandosi tanto per cercare qualche pallone utile. Al 23esimo rimedia una brutta storta alla caviglia che lo condiziona abbastanza. A fine primo tempo riceve direttamente da Gabriel, beffa la difesa rossonera, ma incrocia troppo il mancino. Nel corso dell’intervallo resta negli spogliatoi.
dal 45′ Babacar, 6: entra ad avvio di secondo tempo al posto del ‘collega’ infortunato. Pronti-via e spaventa Donnarumma col piattone, poi rimedia il fallo da rigore che vale il momentaneo pareggio. Si muove bene e il Milan spesso è costretto al fallo.
Liverani, 4.5: il lungo stop non ha coinciso con una coperta più lunga. Tante, come sempre, le assenze con cui fare i conti, anche dell’ultimo minuto: ripropone Meccariello al centro della difesa con Lucioni e riconsegna le chiavi della manovra a Tachtsidis. In avanti si affida alla tecnica di Saponara, Falco e Lapadula, schierando di fatto un 4-3-3. Una scelta che – complice anche una condizione fisica precaria – non premia: in avanti il Lecce fa troppa fatica. Cambia qualcosa con Falco da fine prima frazione e allora si intravede qualcosa in più: aggancia il pareggio, ma va torna sotto, tagliando di fatto le gambe ai suoi. Dietro i problemi sono sempre i soliti: clamorosa, in particolare, la lettura difensiva sul 3-1.