E ora le sconfitte consecutive sono sei. Altri 4 gol incassati e notte fonda. Per il Lecce è amara anche Reggio Emilia dove il Sassuolo passa 4 a 2. Non una brutta partita, fino ad un certo punto, dei giallorossi, bravi a recuperare per due volte lo svantaggio, ma che poi crollano definitivamente nel finale. Non c’è scusa che tenga (nonostante una condizione in lieve miglioramento e le tante defezioni): salvarsi così è pressoché impossibile.
Gabriel, 5.5: superlativa, anche se infruttuosa, la sua gara contro la Sampdoria. In pratica un po’ come stasera. Altra partenza con handicap, costretto a raccogliere il pallone dalla porta già dopo 5′, senza colpe. Evita il capitombolo con un gran riflesso al 17esimo sulla battuta ravvicinata di testa da parte di Ferrari. Spiazzato, invece, dal dischetto del rigore da Berardi e dal colpo da biliardo di Boga.
Donati, 5.5: gioca con un vistoso cerotto al naso dopo il discutessimo contatto con Bonazzoli della Samp. Con il rientro di Lucioni può pensare solo e soltanto alla sua cara corsia destra dove oggi si trova come avversario il temibile Boga che però non punge, se non solo nel finale. Una gara generosa, ma senza spunti.
Lucioni, 6: scontato il turno di squalifica, torna a guidare la difesa, accompagnato ancora da Paz. L’incrocio con il Sassuolo, che oltre un anno fa provò ad ingaggiarlo a metà stagione parte male: dopo meno di 5 minuti Ciccio Caputo lo brucia sul filo del fuorigioco andando a battere Gabriel. Lui però è il punto di riferimento della retroguardia e non solo: da capitano di giornata suona la carica con il gol del pareggio. Nel finale, come tutti, sprofonda.
Paz, 5: terza maglia da titolare consecutiva per lui che sembra essere sulla strada della crescita. Resta fermo anche lui l’incursione di Caputo che si lancia da solo verso l’1 a 0. Provvidenziale, però, la sua chiusura su Berardi al 35′ ad evitare il 2 a 1. Ingenuo all’ora di gioco con l’abbraccio a Locatelli che costa il calcio di rigore del nuovo svantaggio.
Calderoni, 5.5: sua la pennellata perfetta che al 26esimo permette a Lucioni di pareggiare i conti, ma nel finale si perde completamente la marcatura su Muldur che, di fatto, chiude i conti con la rete del 4 a 2.
Petriccione, 5.5: inizia ancora da mezzala ma appare più compassato del solito: passaggi fuori misura e poco efficace in fase di copertura, segno di una condizione non proprio buona. Rimedia un cartellino giallo al 33esimo che lo condiziona fino all’uscita anzitempo.
dal 65′ Falco, 5: entra quando il Lecce agguanta nuovamente il pareggio, ma da una sua palla persa in attacco, il Sassuolo ribalta ancora con il tris che chiude la partita. Da quel momento si eclissa.
Tachtsidis, 5.5: dopo il pasticcio del primo rigore concesso alla Samp, Liverani lo conferma ancora nell’undici titolare (sempre impiegato dal 1′ da quando è ricominciato il campionato). Ancora davanti alla difesa, non è particolarmente preciso in impostazione. Va in affanno quando Boga si accentra e lui è costretto a contenerlo: non ci riesce quando il 7 neroverde insacca il 3 a 2. Ammonito al 90′, salterà il prossimo impegno.
Barak, 5.5: apparso un po’ arrugginito – comprensibilmente – nell’ultima uscita, il talentuoso centrocampista ceco approccia bene al match, agendo bene in entrambe le fasi. E’ certamente il migliore della linea mediana, ma col passare del tempo cala.
Shakhov, 6- : come contro la Juventus parte tra i titolari, nella sua solita posizione di trequartista. Non particolarmente propositivo, disputa comunque una prestazione di sostanza, specialmente in fase di non possesso. Esce al 66esimo.
dal 66′ Mancosu, 6: pronti-via e si incarica di calciare il rigore appena rimediato da Babacar. Glaciale, come sempre, dagli undici metri, anche quando il tiro dal dischetto è la prima sua giocata. Non riesce a contenere Boga sul 3-2.
Farias, 6- : dopo aver messo nelle gambe i primi 20 minuti di partita dopo quasi sei mesi di assenza, Diego torna tra i titolari, al posto di Pippo Falco. Ha il compito di inventare al fianco (e alle spalle) della punta centrale e ci riesci per lunghi tratti. Sembra essere il palla e in gamba e nella seconda parte del primo tempo è quello che dà più vivacità alla manovra offensiva. Poco prima del recupero sbaglia di testa il possibile 4-3.
Babacar, 5.5: finalmente tra i titolari (non succedeva dalla trasferta di Verona del 26 gennaio), proprio contro la ‘sua’ squadra. Gioca, come sempre, lontano dall’area di rigore avversario, ma è chiaro che questo sia un chiaro dettame tattico. Ammonito al 21′ per un intervento irruento su Locatelli, ha il merito di conquistare il fallo sulla linea dell’area di rigore avversaria con Mancosu che realizza la conseguente massima punizione. Ma nemmeno oggi nessun tiro in porta.
Liverani, 4.5: parcheggia il 3-5-2 e ripropone la difesa a quattro, con in avanti la coppia, sulla carta, con più qualità, cioè Farias e Babacar. Concede un turno di riposo ai vari Rispoli e Mancosu. L’approccio è più che attendista, con il pallino del gioco lasciato ai padroni di casa che dopo appena 5′ sono già avanti. Poi cambia l’atteggiamento, più aggressivo, costringendo i neroverdi anche a qualche errore: arriva il pari e nel corso della ripresa cambia assetto, con i due trequarti (con l’innesto di Falco) alle spalle della punta. Il rigore di Berdardi rischiava di far crollare il Lecce che invece pareggia, sempre dagli undici metri. Il calo definitivo, però, è solo rimandato. Altre 4 reti incassate, sesto KO consecutivo e alle porte c’è Lazio: la salvezza è sempre più difficile.