Dolcetto Lecce: contro il Crotone decisivi Vigorito, Venuti e l’intera mediana. Le pagelle

Per i giallorossi decisivo è Vigorito, autore di almeno tre parate superlative, ma anche l’intero centrocampo che prevale su quello avversario . Liverani ci vede giusto, anche stavolta.

In bilico fino alla fine. Al triplice fischio finale giocatori e tifosi sono sulle gambe: è una vittoria sofferta e importantissima quella che il Lecce coglie nel posticipo della decima giornata di campionato di Serie B, a danno di un Crotone ostico e molto fisico. La decide Venuti con un cross deviato in rete nel corso del primo tempo: in realtà poteva finire con molte più marcature, da una parte e dall’altra. Per i giallorossi decisivo è Vigorito, autore di almeno tre parate superlative, ma anche l’intero centrocampo che prevale su quello avversario . Liverani ci vede giusto, anche stavolta.

Vigorito, 8: una super, super, partita la sua. Primo intervento degno di nota già al 5′ minuto, quando Meccariello concede troppo spazio a Simy che impatta bene di testa, trovando una bella opposizione del portiere giallorosso. Si ripete, con un pizzico di fortuna in più, al 19esimo, quando il solito Simy prende in controtempo un Lecce capace di battere un orribile calcio d’angolo. Ma il vero capolavoro lo compie al 41′ quando si allunga magistralmente per mettere in angolo il tiro di Rohden diretto sotto l’incrocio dei pali. Al quarto d’ora della ripresa salva sulla linea un rimpallo che stava per valere il gol di Simy.

Venuti, 7- : si riprende un posto tra i titolari dopo l’apparizione di sabato scorso in quel di Foggia e lo fa con una prestazione da vero terzino di razza. Per la verità, Firenze lo mette in apprensione in più di qualche circostanza, ma non si tira mai indietro quando c’è da spingere. Suo il gol che fa saltare il banco al minuto 36: una caparbia incursione, conclusa con un tiro (che forse era più un cross) deviato in porta dal neo entrato Golemic. Ammonito all’84esimo.

Meccariello, 6.5: tenere a bada Simeon Simy non è affatto facile, nemmeno per un difensore esperto come lui. Concede qualche metro più del dovuto al numero 25 pitagorico, ma alla fine riesce a svolgere il suo compito e a guidare la difesa con autorevolezza. Da sottolineare il suo spunto offensivo al 11′ della ripresa quando, triangolando con Mancosu, serve a Palombi la chance del 2-0. Pochi istanti dopo rischia di farla grossa con un retropassaggio per Vigorito che per questione di centimetri non beffa il Lecce.

Marino, 6.5: ennesima conferma nel cuore della difesa accanto a Meccariello. Stavolta si dimostra più sicuro rispetto al compagno di reparto, prendendo in consegna ora Rohden, ora Stoian.

Calderoni, 6.5: non ne salta una, e il perché è presto detto. Sbaglia davvero pochi passaggi, più guardingo del solito, non disdegna qualche sovrapposizione e quando arriva sul fondo non spreca mai un pallone. Bellissima la sua sforbiciata al 21esimo del secondo tempo che trova una bella opposizione del portiere calabrese che nega lui la gioia del gol.

Arrigoni, 6: l’ottima prestazione di Foggia vale la riconferma tra i titolari anche questa sera. E’ il solito elemento utile a fare sostanza lì dietro, e a mettere calma in fase di impostazione. Per qualche minuto gira a vuoto, ma fa il suo con ordine. Cala alla distanza quando alcuni palloni nel giro di pochi minuti.

Petriccione, 7- : decisamente più dinamico del compagno di reparto, si muove bene in entrambe le fasi. Senza mai strafare, riesce sempre a mettere lo zampino in ogni occasione di marca giallorossa.

Tabanelli, 7: a Foggia ha tirato il fiato, oggi – complice anche l’assenza last minute di Scavone – si riprende il suo posto in campo. A tratti un vero top player, capace tanto di creare densità in mezzo al campo, quanto di rendersi pericoloso in avanti. Recupera un buon quantitativo di palloni ed è sempre efficace quando la palla si aggira dalle sue parti.

L’esultanza del Lecce (ph.Pinto)

Mancosu, 7- : cross, rapidità e capacità di mettere intelligenza ogni volta che tocca palla. Onnipresente, pecca solo in qualche occasione nell’ultimo passaggio. Nel corso della seconda frazione beneficia di una punizione dall’interno dell’area di rigore avversaria, ma la foltissima barriera rossoblu rende tutto difficile. Esce nel finale.
dal 36′ s.t. Haye, 6: entra per portare ossigeno nuovo alla linea mediana, e per stoppare qualche ripartenza ospite: ammonito all’85esimo.

Palombi, 6.5: dopo aver propiziato il pareggio di La Mantia a Foggia, era pressoché scontato il suo utilizzo dal 1′. Ha una corsa davvero importante, gambe e polmoni d’acciaio. Pescato molte volte in fuorigioco, sciupa in avvio di secondo tempo l’opportunità del raddoppio giallorosso, da pochi passi, ben servito da Meccariello. Ha del clamoroso, però, il palo centrato al 37esimo della seconda frazione, da dentro l’area di rigore, con Cordaz immobile.

La Mantia, 6: tanto, tantissimo movimento senza palla per lui, che però non sempre viene visto dai compagni. sarebbe stato un bel gol il suo colpo di testa al minuto 24, se Marchizza non ci avesse messo schiena e collo a deviare provvidenzialmente in angolo. Ma la vera occasione la spreca all’ottavo minuto della ripresa quando Vaisanen regala lui l’occasione di trovarsi a tu per tu contro Cordaz: spreca tutto con un piattone debole e centrale. Esce a metà ripresa.
dal 26′ s.t. Pettinari, 6: non entra al top nell’economia del match, ma serve al minuto 83, a Palombi, la palla del mancato 2-0.

Liverani, 7: aveva annunciato sorprese, ma alla fine dei conti schiera (quasi) tutto il suo undici titolare “classico”. Scavone spedito in tribuna per un problema fisico viene sostituito. L’approccio, anche questa sera, è il migliore possibile: il Lecce entra consapevole di dover affrontare una squadra forte, molto fisica, ma conscio delle proprie capacità. Ne viene fuori una gara emozionante, combattuta, colma di occasioni da rete fallite. I centimetri e la bravura dell’attacco crotonese mettono in apprensione un superlativo Vigorito fino alla fine, ma in avanti il Lecce sa come rendersi pericoloso. Azzecca la mossa Venuti titolare, che, alla fine, consegna lui la vittoria e il quarto posto in classifica.



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