La porta torna a chiudersi, Majer cresce a dismisura: le pagelle di Lecce-Foggia

Un Lecce paziente, lucido e cinico porta a casa 3 punti preziosissimi. Il derby contro il Foggia dell’ex Padalino lo decide La Mantia con un colpo di testa chirurgico. Centrocampo di assoluto livello.

Il Lecce fa suo un derby scorbutico, a tratti nervoso, ma comunque sempre ben condotto. Contro il Foggia arrivano 3 punti di un’importanza colossale dopo lo stop rimediato a Palermo. Liverani non sorprende in formazione, confermando un Majer in netta crescita e ritrovando un Petriccione che si rivelerà prezioso per il suo assist vincente. La zampata vincente è sempre quella di La Mantia che non si ferma più. Altra nota lieve: Vigorito resta inviolato dopo 10 gare.

Vigorito, 6: Primo tempo da assoluto spettatore: i suoi difensori sono bravi a tenere lontani i pericoli. Spettatore non pagante anche nella ripresa: la sua porta torna a chiudersi dopo 10 giornate.

Venuti, 6.5: il dialogo con Petriccione e Falco funziona bene e per questo la sua corsia di competenza è quella più attiva. Peccato per alcuni cross sbagliati: con la difficoltà a verticalizzare, i traversoni in area avrebbero potuti essere sfruttati meglio. Secondo tempo di sostanza in difesa del risultato.

Lucioni, 6.5: sbaglia poco e quando lo fa è bravo a rimediare. Sempre concentrato rende la vita impossibile a Iemmello. Bene anche quando è chiamato a lanciare il compagno di turno. Nella ripresa rimedia un cartellino giallo per fallo su Chiaretti.

Meccariello, 6.5: con Lucioni accanto che prende di mira Iemmello, lui può tenere a bada le incursioni di Busellato e Mazzeo. Sempre alle spalle dell’avversario, non concede tempo e spazi ai Satanelli per ragionare.

Calderoni, 6.5: mentre nel primo tempo lascia a Venuti l’incombenza di spingere, nella ripresa parte a mille. Galoppa con la solita continuità e non lesina fiato in fatto di pressing: così come avviene al 18esimo della ripresa quando, per la troppa irruenza, viene ammonito per fallo sul portiere Leali.

Tachtsidis, 6.5: dimostra oggi di avere un passo migliore del suo solito. E’ lui il cervello di ogni azione, ma soprattutto svolge un pregevole lavoro in fase di pressing e di chiusura. Meno attento nello scarico, quando perde un paio di palloni apparentemente facili. Nel secondo tempo, oltre alle solite defaillance, mette tanta legna utile. Lascia spazio ad Arrigoni per il finale di gara.
dal 34’ s.t. Arrigoni, 6: il capitano in pectore entra e si prende le redini della manovra.

Petriccione, 7: scontato il turno di squalifica, torna nella linea mediana e il suo inizio è come sempre particolarmente dinamico. Efficaci i suoi raddoppi quando è il Foggia a manovrare, ma la ciliegina la regala al quarto d’ora della ripresa, quando serve a La Mantia una palla perfetta che l’ex Entella, di testa, deposita in reta

Majer, 6.5: lo sloveno cresce a dismisura. Prestazione di intensità la sua, sempre puntuale in marcatura e particolarmente attivo quando c’è da impostare. Svaria su tutti i fronti della linea mediana e ciò dimostra che i dettami tecnici di Liverani sono sempre più suoi. Esce a un quarto d’ora dal termine tra gli applausi del pubblico.
dal 29’ s.t. Tabanelli, 6: mette il suo fisico nel finale di gara.

Mancosu, 6.5: il trequartista parte forte. È bravo a puntare l’avversario, costringendolo spesso al fallo. Lucido nel ragionare, imprevedibile palla al piede. A volte sembra soffrire di cali fisici, ma quando si accende inventa sempre qualcosa. 

Falco, 6.5: è suo il primo tiro in porta della partita, al minuto numero 7, in girata spalle alla porta. Il fantasista di Pulsano va a nozze quado riceve palla in verticale. Ha qualità da vendere (ma non è una notizia) e lo dimostra specialmente al 37esimo del primo tempo quando inventa uno spunto tutto dribbling, ma che la retroguardia ospite respinge in qualche modo.

La Mantia, 7.5: strepitoso Andrea. Lo stato fisico di grazia prosegue e lui, unico ariete d’area, spinge al 14’ del secondo tempo la palla del vantaggio. Primo gol sotto la Curva Nord per il capocannoniere del Lecce che dopo lo stop di Palermo. Grande prestazione di sacrificio, come sempre, anche se spesso lasciato troppo solo negli ultimi sedici metri avversari.

Liverani, 7- : dopo l’immeritata sconfitta di Palermo, manda in campo la miglior formazione possibile, anche alla luce delle assenze di Scavone e Palombi. Il Lecce parte con il freno a mano in fatto di pressing, lasciando il pallino a un Foggia che però bada più a non scoprirsi piuttosto che attaccare. Poi il Lecce aumenta i ritmi, ma sembra non bastare: La Mantia sforna la solita gara di grande maturità, ma il numero 19 sembra isolato in area; le verticalizzazioni su Falco funzionano a corrente alterna, ma quando finalmente arriva il traversone giusto ALM19 manda in estasi i 12mila del “Via del Mare”.



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