Si respirava l’aria dell’impresa perché recuperare due gol in casa del Pescara è già una grande cosa, farlo con l’inferiorità numerica sarebbe stata epica. Invece per il Lecce arriva l’ennesima beffa stagionale, l’ennesima amara doccia fredda: sotto di due reti, giunte in un primo tempo sciatto, Il gol di Palombi, prima dell’intervallo, riaccende i giallorossi che nel secondo tempo, seppur con l’uomo in meno, riacciuffano il pari con un monumentale Tabanelli. Nel momento migliore per Mancosu e soci, però, arriva la seconda espulsione a danno di Meccariello che, alla lunga, permette al Delfino di dilagare e di volare nuovamente in vetta.
Vigorito, 5.5: l’attacco del Pescara non perdona. Subisce due reti da palle alte: nulla da fare sull’incornata di Mancuso in occasione del gol del vantaggio dei padroni di casa, ancor meno sul raddoppio di Gravillon. Il due gol di Del Sole sono una sassata.
Fiamozzi, 6- : dopo tre panchine che sono valse il recupero completo dagli acciacchi muscolari, ritrova la maglia da titolare, proprio contro la sua ex squadra. Dalle sue parti si aggira Antenucci che, almeno nel corso delle prime battute, sembra avere più polmoni di lui. Col passare del tempo riesce a prendere le misure; in fase di spinta si vede molto di più nei secondi 45 minuti, quando serve a Tabanelli il cross del pareggio.
Meccariello, 5.5: cambia ancora una volta il compagno di reparto, ritrovandosi al lato prima Venuti, poi Marino. Ammonito a quarto d’ora per fallo tattico su Marras, si concede una leggerezza decisiva: Gravillon sguscia via fin troppo facilmente e, su azione di corner al 21′, insacca per il 2-0 Pescara. Si riprende in fatto di personalità, ma al 75esimo rimedia il secondo, generassimo, giallo, lasciando i suoi in nove uomini.
Venuti, 5.5: tenerlo fuori, dopo la buona prova fornita contro il Crotone, non era giusto. E allora, recuperato Fiamozzi, Liverani lo piazza al centro della difesa, con il campito di tenere a bada tal Mancuso. L’inizio però è da incubo: è lui, infatti, a perdersi proprio il capocannoniere biancazzuro che, nel cuore dell’area di rigore, è letale al 3′ di testa a mandare in vantaggio gli adriatici. Si sposta sull’out mancino dopo il rosso di Calderoni. Dà il suo meglio come terzino, ma questo non era certo un segreto. Molle però la sua aggressione su Del Sole che, al 89esimo, manda in orbita il Pescara.
Calderoni, 5: forse le undici partite consecutive iniziano a farsi sentire nelle gambe dell’ex Novara. Gioca con intensità, come sempre, ma l’avversario di turno è sempre più veloce di lui, e anche sui cross oggi lascia a desiderare. Il traversone in occasione del gol dell’1-0 per i padroni di casa, arriva dalle sue parti. Si becca il giallo al minuto numero 20, poi il secondo arriva nel miglior momento dei suoi, lasciandoli in inferiorità numerica.
Petriccione, 6: con Arrigoni messo in panca a rifiatare, è lui a prendere le redini della manovra. Si fa rubare palla con facilità dalla mediana abruzzese che, sopratutto nel corso della prima frazione, fa quel che vuole lì in mezzo. Cresce nei minuti finali della prima frazione e nel secondo tempo spende tanto per tamponare l’inferiorità numerica.
Scavone, 5.5: saltata la sida contro il Crotone, l’ex Parma ritrova il suo posto in mediana. Ha nel Pescara la sua vittima preferita, ma stavolta resta a secco. Va sotto insieme a tutto il reparto e con l’inferiorità numerica deve lasciare spazio al centrale di difesa.
dal 57′ Marino, : entra dopo che i suoi restano con l’uomo in meno, andando ad affiancare Meccariello al centro della difesa.
Tabanelli, 7: tra i tre di centrocampo è certamente il migliore. Nel corso del primo tempo è praticamente ovunque, cercando di dare manforte in fase di non possesso e cerca sempre si farsi trovare pronto quando sono i giallorossi a manovrare. E’ decisamente il migliore in campo dei suoi e il premio per questo arriva al 65esimo, quando di testa regala un bellissimo pareggio ai 600 tifosi giallorossi giunti a Pescara.
Mancosu, 6: parte male, con più di qualche appoggio sbagliato e svariati palloni persi. Poi, come un diesel, cresce e insieme a lui viene fuori il miglior Lecce. Alterna cose buone a errori palla al piede, ma quando ha lo spazio per impostare dà l’impressione di poter trovare sempre la giocata giusta.
Palombi, 6.5: dopo due tiri in porta e tanta corsa pur di toccare un pallone, al crepuscolo del primo tempo ha il merito di rimettere in pista i suoi, con un gol di rapina, sfruttando al massino una respinta di Fiorillo su tiro di La Mantia. Bene in fatto di movimento, viene sacrificato nel finale, quando il Lecce resta addirittura in nove uomini.
dal 77′ Cosenza, 6- : entra nel finale, per dare sostanza e centimetri a una difesa rimasta orfana di due elementi. Nel finale però arriva il 3-2.
La Mantia, 6+ : come al solito fa tanto movimento, anche se per buona parte dei primi 45′ resta fine a se stesso. Rimedia una manata da Campagnaro che lo fa gridare al penalty, poi propizia con un un potente tiro il gol con cui Palombi accorcia le distanze. In avvio di ripresa sfiora nuovamente il gol con due colpi di testa a distanza di pochi secondi, centrando anche la traversa. Esce a un quarto d’ora dal termine.
dal 72′ Falco, : entra e il Lecce resta in 9. Il suo lavoro, allora, è quello di tenere alta la squadra, mantenere palla al piede il più possibile e rimediare qualche punizione.
Liverani, 6: tre partite in otto giorni si fanno sentire eccome. Compie alcune scelte sorprendenti, su tutte quella di piazzare Venuti in mezzo alla difesa. L’intento era quello di piazzare la velocità del numero 24 del Lecce sul terribile Mancuso: l’esperimento non da i frutti sperati perché il gol a freddo arriva proprio su una marcatura persa di Venuti. Il raddoppio del Pescara è un’altra marcatura leggera di Meccariello su Gravillon, e sembra una pietra tombale sul match. Invece il Lecce, a testa china, si rimette in ordine e a fine primo tempo trova il gol che riaccende le speranze. Sfiorato il pareggio, il Lecce resta in inferiorità numerica: il pari di Tabanelli fa sognare l’impresa, ma quando arriva il secondo cartellino rosso si pensa solo a difendere, con le unghie e con i denti. Alla lunga però le forze vengono meno e, a un minuto dal 90′, Del Sole punisce due volte.
