Ora è ufficiale: il campionato di calcio di Serie A ripartirà il 20 giugno. Dopo lunghe settimane di apprensione per l’emergenza sanitaria legata al coronaviris che ha portato, tra le altre cose, anche alla sospensione delle partite, nel tardo pomeriggio di oggi Governo, FIGC e Lega hanno fissato la data della ripartenza.
Al termine di un vertice tra i più attesi degli ultimi giorni tra il Ministro Spadafora, il presidente della Federcalcio Gravina e quello della Lega A Dal Pino, ma anche Assocalciatori, allenatori e arbitri, è emersa tutta la volontà di portare a termine la stagione sportiva, bruscamente interrotta quel 9 marzo che oggi sembra davvero una vita fa.
Un incontro lampo: meno di un’ora per raggiungere l’intesa. L’ultima parola l’ha avuta il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, su suggerimento di Spadafora, ha dato il via libero alla data della ripartenza.
Dopo la ripresa degli allenamenti, quindi, oggi è arrivata la notizia più importante: il calcio ha una data dalla quale vivere la sua Fase 2. Una fase caratterizzata dagli stadi vuoti, da un calendario denso come non mai, da tifoserie contrarie al ritorno in campo, ma anche da quel pallone che tornerà a rotolare.
Le prime gare della Fase 2
Il programma del nuovo inizio deve essere definito. Prima ipotesi: nel weekend del 20 e 21 giugno in campo le prime 8 squadre, quelle cioè che devono ancora recuperare la 25^ giornata. Atalanta-Sassuolo, Hellas Verona-Cagliari, Inter-Sampdoria e Torino-Parma: sono queste le sfide mai disputate il 21 e 22 febbraio scorsi.
Una sorta di mini rodaggio, prima del ritorno in campo di tutti gli altri, la domenica successiva, per il ventisettesimo turno.
Oppure ripartire tutti insieme: Verona-Napoli, Bologna Juventus, Spal-Cagliari, Genoa-Parma Torino-Udinese, Lecce-Milan, Atalanta-Lazio, Fiorentina-Brescia, Inter-Sassuolo e Roma-Sampdoria.
Il 13 giugno, invece, potrebbe essere una deroga per le gare di Coppa Italia.
Il protocollo
Ora, ottenuto l’ok, c’è da studiare a fondo il nuovo protocollo predisposto per la ripartenza. Disposizioni per le trasferte (ogni squadra viaggerà con due autobus), per gli accessi allo stadio (contingentati in orari diversi e max 300 persone, giocatori inclusi), per le interviste (domande dei giornalisti anche via whatsapp) e, naturalmente, per le gare.
In campo, infatti, nessuna stretta di mano, nessuna mascotte, nessuna esultanza di gruppo e nessuna protesta ravvicinata nei confronti dell’arbitro. Situazioni che impareremo a conoscere col tempo.
L’unica incognita resta quella legata allo scoppio di eventuali focolai di coronavirus in una squadra. Le regole del Comitato Tecnico Scientifico parlano chiaro: il giocatore trovato positivo deve andare in quarantene, almeno per 14 giorni, e comunque fino alla sua completa guarigione.
L’interrogativo però è relativo al caso in cui uno spogliatoio interno, o gran parte di questo, dovesse contrarre il virus a stagione già ripresa: si rischia un nuovo stop o, molto più realisticamente, una interruzione definitiva.
Le fasce orarie, i contratti e le TV
Da domani, poi, dovrà partire una vera e propria fase di contrattazione collettiva tra tutti i soggetti che animano il mondo il calcio. In prima battuta c’è da regolamentare il nodo relativo ai contratti dei giocatori in scadenza a fine giugno. E’ chiaro che servirà una proroga contrattuale fino a fine stagione per non trovasi in una situazione che avrebbe del paradossale, con calciatori liberi di accasarsi altrove una volta riprese le partite.
E poi c’è da gestire la grana-tv. La conclusione del campionato dovrebbe portare SKY a pagare le ultime rate stagionali temporaneamente sospese: un toccasana per le casse di molti club e tutt’oggi temono di perdere una fetta consistente di introiti legati ai diritti televisivi.
Ma non solo. Con tutto il mondo delle tv si discuterà della proposta lanciata dal Ministro Spadafora di trasmettere in chiaro una “diretta gol” dei match, a beneficio dei tifosi che non potranno recarsi allo stadio. La questione è molto delicata anche perché servirebbe un intervento legislativo.
A questo tema si lega anche quello delle fasce orarie in cui far disputare i vari match dal momento che giocare alle 15 in piena estate è quanto meno rischiosa. Sul punto SKY e DAZN (le due detentrici dei diritti) hanno molta voce in capitolo: si pensano tre differenti orari quali, ad esempio, 17-19.15 e 21.30.