
Sono settimane che l’idillio tra la tifoseria del Lecce e l’allenatore Marco Giampaolo, subentrato a Mister Luca Gotti, si è rotto. La piazza vive ormai con fastidio e con insofferenza l’atteggiamento tattico che la squadra assume ogni volta che scende in campo e che ha causato ben 5 sconfitte consecutive che spingono i salentini precipitosamente verso il terzultimo posto della classifica di Serie A. L’Empoli di D’Aversa finora ha fatto peggio ma è innegabile che i toscani diano più segni di vita del Lecce. La sfida col Venezia diventa quindi un appuntamento decisivo per la stagione, ma c’è da affrontarlo con un atteggiamento diverso perché l’undici di Di Francesco non lesina il gioco pur avendo lo stesso problema di asfitticità offensiva. L’ossessiva costruzione dal basso che non porta mai a superare il centrocampo e rintana l’undici giallorosso nella sua metà campo ha stancato. Bisognerebbe inventare qualcosa di diverso, al netto delle problematiche di rosa che restano tutte intatte e che non sono di certo addebitabili all’ allenatore. A Marco Giampaolo si chiede di più, si deve chiedere di più. Un allenatore ha il dovere di trovare nuovi accorgimenti, di mettere sul rettangolo verde di gioco nuove idee. Perché intestardirsi in ciò che non porta beneficio alcuno? Il Lecce non gioca, il Lecce non si propone, il Lecce non fa sentire la propria forza d’urto agli avversari. Il Lecce passa buona parte dei novanta minuti a subire le iniziative delle altre squadre, il Lecce non reagisce al primo passo falso, il Lecce si sgonfia, il Lecce non tiene botta.
Sarebbe un peccato non sfruttare il piccolo vantaggio che si è accumulato sugli avversari e che si sta dilapidando settimana dopo settimana per la sola ragione di non voler cambiare ancora.