Il Lecce naufraga nello ‘Stretto’, ora anche i play-off non sono più una certezza

Brutta battuta d’arresto quella in cui sono incappati i salentini nella partita contro il Messina. Adesso il Benevento è a sei punti di distacco e in caso di vittoria del Foggia si dovrà dire addio anche al secondo posto.

Dopo il deludente pari con gli agrigentini dell' Akragas cha ha compromesso quasi irreversibilmente l'accesso diretto alla cadetteria, ecco che il Lecce, ieri, è stato chiamato ad una grande prova di carattere contro i siciliani dello stretto i quali non avevano più nulla da chiedere al loro dignitoso campionato.
 
Prova puntualmente vanificata contro una squadra ormai salva da tempo che ha disputato una partita senza strafare e per lo più con una formazione rimaneggiata a causa di infortuni e squalifiche.
 
Il Lecce di fine campionato ricorda fedelmente quello già visto nei precedenti tornei e cioè   stanco, rinunciatario e senza idee. Eppure a distanza di tempo si è assistito ad un cambiamento radicale a partire dalla nuova società tutta salentina DOC, vogliosa di rilanciare i colori giallorossi, con un allenatore vincente o quasi e con un parco calciatori da fare invidia alle più blasonate formazioni di categoria superiore. Ma ciononostante ritornano a far capolino gli spettri del passato quando a pochissime giornate dalla fine si sta assistendo ad una vera debacle psicologica da parte dei salentini.
 
L'incontro col Messina doveva essere quello della svolta invece, è stato il sequel di un film già visto con gli stessi attori che non sanno più interpretare il proprio ruolo vanificando i sogni di una tifoseria che non merita palcoscenici mortificanti come quello della Lega Pro.
 
Mister Braglia lascia a casa, per scelta tecnica (dice lui), Curiale, mentre Surraco, per un improvviso stato influenzale ha dovuto dare forfait. Il primo sussulto della partita è per i padroni di casa con l'ex di turno Gustavo che impegna Bleve con un tiro dalla distanza. Al 19° risponde Moscardelli che ha tra i piedi una ghiotta occasione una di quelle che è più difficile sbagliare che neutralizzare ma il bomber italo-belga non sa più segnare e spara il pallone addosso al portiere locale. Due minuti più tardi è sempre la punta di Mons a colpire di testa il pallone che sorvola sulla traversa. La difesa giallorossa non è più quella dei 18 risultati utili consecutivi ed a tratti vacilla paurosamente. Infatti arriva puntuale l'abituale errore difensivo con Abruzzese che non recupera il tempo a Salvemini ma per fortuna del Lecce il suo tiro sfiora solo il palo. Prima del duplice fischio, Sowe solo con Addario si fa anticipare da un difensore al momento di battere a rete.
 
Il primo tempo ha visto una leggera supremazia dei salentini che hanno sì premuto sull'acceleratore senza però essere quasi mai pericolosi nei sedici metri.
 
Nel secondo tempo Braglia prova a mischiare le carte sostituendo Sowe con Caturano che dopo appena due minuti si procura un penalty che Lepore non esita a trasformare per l'1a 0. Il tecnico di Grosseto non difende l'esiguo vantaggio innalzando muraglie come avrebbe fatto un allenatore per proteggere un'importante vittoria e consolidare saldamente il secondo posto in classifica ma questa sua scelta pochi minuti più tardi si rivelerà fallimentare. Infatti al 71° i siciliani pervengono al pareggio con Tavares che di astuzia supera Bleve per l'1 a 1. Nei minuti finali il Lecce rischia grosso con Cocuzza che a tu per tu con Bleve spara fuori.
 
Due punti in tre partite sono il frutto di una squadra ormai senza idee il cui messaggio è forte e chiaro ed ha il sapore della rassegnazione e a tre partite dalla fine si rischia di compromettere anche i play-off.

Ivan Vedruccio



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