“Per la serie D servono soldi. Ma a Gallipoli tutti sono sordi”. Barone sbatte la porta e se ne va

Stessa spiaggia stesso mare. Un vecchio refrain, insomma. Sembrano ritornati i tempi del Patron Barba, quando dopo ogni vittoria si chiedevano aiuti e sostegni ma si finiva sempre con un nulla di fatto. Oggi anche Marcello Barone dice: «Basta!»

“Entro il 30 giugno spero che il sindaco e l’assessore allo Sport si interessino e mobilitino per trovare qualcuno disposto a rilevare le redini della società, altrimenti, dopo quella data, il titolo sportivo di Serie D verrà ceduto fuori ed a Gallipoli lascerò un titolo di Promozione, come quello che ho raccolto io quando ho acquisito la società tre anni fa”.
È un vero e proprio ultimatum quello che lancia Marcello Barone, presidente fresco di promozione in Serie D. Non avendo ricevuto aiuti e sostegni per programmare la prossima stagione, se ne andrà dalla Città Bella portandosi il titolo sportivo guadagnato sul campo, anzi vendendolo altrove.

Non c’è pace a Gallipoli, calcisticamente parlando. Ogni volta che il Gallo raggiunge un traguardo non può pensare a festeggiare perché come un onda d’urto di ritorno arrivano i calcinacci della delusione. Si vince sul campo e si tagliano traguardi importanti ma poi ogni vittoria presuppone una riorganizzazione societaria. E così non accade perché chi vince chiede aiuto per affrontare l’annata successiva ma di aiuti se ne raccolgono pochi. Nemmeno l’approdo in Serie B smosse le coscienze imprenditoriali, qualche anno fa. Oggi è la D a non spostare di un millimetro chi può fare un passo avanti, con le conseguenze che i tifosi conoscono bene.

Quando si parla di aiuti ovviamente si fa riferimento ad aiuti economici. E Marcello Barone non vuole lasciare dubbi sull’interpretazione delle proprie parole:  “Al fine di evitare interpretazioni sbagliate, informazione distorta ed equivoci tra i tifosi e l’opinione pubblica, con la presente mi preme ribadire quanto già affermato con chiarezza nel corso dell’assemblea tenutasi mercoledì scorso e cioè il mio totale disimpegno dal Gallipoli e la volontà di cedere il titolo sportivo del club. Il campionato di Serie D richiede un esborso economico che va ben oltre le mie possibilità, da solo non posso assolutamente andare avanti.”