Ultima partita per «El Tractor» Zanetti: un amore nerazzuro lungo vent’anni…

Calcio. Quella contro la Lazio sarà l’ultima partita del capitano nerazzurro. Una carriera piena di vittorie ma anche di momenti buoi. A 41 anni lascia il calcio, ma è¨ il calcio che perde un grande campione

Calcio. Quella contro la Lazio sarà l'ultima partita del "Tractor" Javier Zanetti, attuale capitano dell'Inter di Walter Mazzarri. Chi ama il calcio, non può non amare anche il numero 4 dell'Inter, poiché esempio di dedizione, attaccamento alla maglia, impegno dentro e fuori dal campo. Così, un altro "vecchietto" terribile, esempio per i più giovani, saluta la Serie A Italiana. 
Forse non è demagogia sostenere che ormai, nel calcio, le bandiere di una volta non esistono più. In questo ambiente governato da miliardi e guadagni stratosferici, scovare calciatori attaccati alla maglia del proprio club, innamorati pazzi dello stemma che vi è cucito sopra,  risulta alquanto complicato. Eppure, strano ma vero, qualcuno coi valori di un tempo resiste ancora. Proiettiamo la mente alla primissima Inter della gestione-Moratti; quella che puntò, come acquisto inziale, su di un terzino destro argentino ma dal cognome a cadenza italiana. Capacità di corsa, buon dribbling, tiro niente male. C'erano tutte le premesse affinché costui sarebbe potuto divenire, col tempo, un campione. Quel taglio di capelli sempre uguale, un accento simpatico, la sua bontà d'animo, le iniziative sociali fuori dal campo. Signori, potremmo passare tutta la serata ad elencare parole d'elogio per un atleta che stasera,  dopo vent'anni, appenderà le scarpe al chiodo. Il "Tractornerazzuro Javier Zanetti, infatti, ha deciso che il match contro la Lazio sarà l'ultimo della sua carriera. Lui si attende "una  grande festa" – ha detto alla vigilia – e, indubbiamente, se lo merita.

Gioie e dolori trascorsi indossando solo due colori – restando in tema di club, ovviamente – ossia nero ed azzurro. La gioia d'aver sollevato una Coppa Uefa nel 1998 di fronte alle lacrime della Lazio; il dolore d'essersi fatto soffiare un scudetto dalla Juventus in quel famoso 5 maggio; la gioia, incontenibile, dell'anno 2010, quando al "Santiago  Bernabeu" una squadra italiana fu in grado di sollevare al cielo la Champions Leauge; gli scudetti stravinti (tranne uno, forse, ma quella è un'altra storia) con Mourinho Mancini; il dolore delle sue tante, ingiustenon convocazioni nella Nazionale argentina. Ed infine, l'infortunio che ultimamente ha privato la Serie A italiana delle sue "sgroppate" sulla fascia, nonostante l'età anagrafica avesse ormai raggiunto gli "anta". 

In effetti, ragionandoci su, il numero 4 interista non ha mai fatto notare quanto un calciatore avverta sensibilmente l'avanzare degli anni. La costanza maniacale negli allenamenti, l'impegno, la dedizione; tutti aspetti che hanno funto e fungeranno da esempio ai giovani talenti presenti alla "Pinetina". Concludendo (e non con una certa dose di malinconia) dopo Alessandro Del Piero, adesso è un altro "vecchietto" terribile a fare "ciao" con la mano sotto la curva, tra sorrisi e pianti. Amanti del pallone, godetevi il momento. Degustate l'ultimo atto di una persona entrata nella leggenda dell'Inter. In certi casi i campanilismi vanno a farsi friggere. Che siate interisti, milanisti o juventini non ha importanza. Chi ama il calcio, non può non amare personaggi puliti come Javier Zanetti. O meglio, chi ama il calcio, non può non amare anche Zanetti. The End