Il Salento, terra di sapori autentici e tradizioni millenarie, cela tra i suoi tesori gastronomici una bontà antica e genuina: le pastiddhre, le durissime castagne secche da sgranocchiare in inverno davanti al fuoco del camino. Sono state a lungo un pilastro dell’alimentazione dei contadini, una prelibatezza che ha sfamato generazioni e che oggi, seppur meno presente sulle tavole, conserva intatto il suo fascino.
Un alimento povero, ma ricco di storia
Le pastiddhre sono molto più di un semplice frutto secco. Sono il frutto di un paziente lavoro contadino, di un’antica sapienza tramandata di generazione in generazione. Venivano raccolte, essiccate al sole e conservate per tutto l’inverno, rappresentando una risorsa preziosa per le famiglie salentine. La loro durezza e il loro sapore intenso le rendevano un alimento sostanzioso e nutriente, perfetto per affrontare le lunghe giornate di lavoro nei campi.
Le pastiddhre sono il risultato di un antico processo di essiccazione che ne esalta il sapore dolce e intenso. Un tempo, sono state un alimento base per i contadini salentini, un modo per conservare il frutto della terra e sfamarsi durante i lunghi mesi invernali. Venivano consumate in molti modi: lessate, in zuppe, o semplicemente come spuntino. La loro lunga conservazione e il sapore intenso le rendevano un alimento prezioso.
Un sapore autentico
Il sapore delle pastiddhre, come vengono chiamate in dialetto locale, è inconfondibile: dolce, intenso e leggermente amarognolo, un concentrato di sole e terra. La loro consistenza, dura e corposa, le rende perfette per essere gustate da sole o come ingrediente in numerose preparazioni. La creatività in cucina non ha limiti, anche quando si parla di pastiddhre. Oltre al classico consumo al naturale, magari accompagnate da un bicchiere di vino rosso locale, queste castagne secche possono essere utilizzate per preparare minestre e zuppe, un piatto caldo e confortante, perfetto per le fredde giornate invernali. Ideali anche come contorno se arrostite o al forno o per i dolci, se ridotte in farina possono essere utilizzate per preparare biscotti e torte. Assaporarle significa fare un’esperienza unica, un viaggio sensoriale che ci porta alla scoperta di una terra e delle sue tradizioni.
Dove trovarle
Le pastiddhre si trovano facilmente nei mercati locali e nelle botteghe alimentari del Salento, soprattutto nel periodo autunnale. Durante le feste patronali e le sagre, è possibile trovarle in vendita insieme ad altri prodotti locali. Oggi, sono un prodotto di nicchia, ma è possibile trovarle anche online o in alcune gastronomie specializzate.
Un patrimonio da preservare
Le pastiddhre sono un alimento povero, ma ricco di storia e di sapore: sono un simbolo di una cultura contadina che va preservata e valorizzatam sono un pezzo di storia, un simbolo di resistenza e un piacere per il palato. Gustare una pastidda significa fare un viaggio nel tempo, assaporare la storia e la tradizione del Salento.
Se avete la fortuna di visitare il Salento in autunno, non perdete l’occasione di assaggiare le pastiddhre. Scoprirete un gusto unico e autentico, un piccolo tesoro nascosto in questa splendida terra.