La Commissione Antimafia a Lecce. Rosy Bindi: ‘Ci sono tutte le energie per reagire alla criminalità’

Con una conferenza stampa il Presidente ha fatto il punto sulla missione nel territorio della Direzione Distrettuale Antimafia. Svolti sopralluoghi presso beni confiscati e audizioni a prefetti, questori, comandanti delle Forze dell?Ordine e magistrati.

 “Ringrazio voi operatori della comunicazione per l’attenzione che avete prestato ai nostri lavori su una questione di interesse condiviso di cui si occupa la Commissione Antimafia che, per la prima volta, si è recata in questa Distrettuale.
 
L’allerta non manca mai da parte delle Forze dell'Ordine, della Magistratura e delle prefetture, ma l’asticella deve sempre essere tenuta alta. Tutti i cittadini, infatti, devono porre la giusta considerazione sul fenomeno mafioso perché questo, spesso, trae la sua forza  dall'omertà e dal negazionismo”.
 
Con queste parole, Rosy Bindi, ex ministro della Repubblica e attuale Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, apre la conferenza stampa di chiusura della missione che l’organo istituzionale da lei diretto, ha effettuato presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, che ha preso il via lunedì scorso. Una tre giorni nella quale si sono fatti sopralluoghi presso beni confiscati alla criminalità organizzata e si sono tenute audizioni con i procuratori capo, i comandanti delle Forze dell’Ordine e i prefetti di Lecce, Brindisi e Taranto.
 
“In questi giorni – prosegue – abbiamo svolto tante audizioni che, tornati a Roma, nel corso dei lavori, dovremo rileggere più dettagliatamente, ma adesso possiamo fare una prima riflessione in base alla quale si può affermare che, sicuramente, la Sacra Corona Unita è una mafia ben radicata sul territorio e la sua forza risiede in una configurazione reticolare. Non sembra esserci un vertice, ogni territorio ha la sua famiglia e tra tutte queste c'è una sorta di pacifica spartizione del territorio che ogni tanto si rompe. Ciò rende possibili numerose operazioni di smantellamento delle singole realtà l’ultima, a esempio, l'abbiamo avuta ieri con l’operazione svolta nel brindisino. Ma su ciò, al contempo, c’è il rovescio della medaglia: è complicato, infatti, ottenere una completa bonifica del territorio e il Procuratore Distrettuale, nel corso della sua audizione, ci ha parlato di una terza generazione, che comprende giovani e donne, che sta prendendo il sopravvento. Soprattutto le donne che non svolgono più solamente il ruolo di cosiddetto postino, ma stanno divenendo veri e propri capi.
 
Il secondo aspetto riguarda il fatto che ogni provincia sembra un caso a sè e in particolare modo Taranto che fino a qualche anno fa era per così dire guidata da una sola famiglia e che, dopo il suo smantellamento, è divisa in diverse fazioni con una predominanza di quella nel territorio jonico.  
 
L’elemento di forza che tiene unite tutte le realtà è la droga e questa la rende simile alle altre mafie, ma con una caratteristica che questa e l'affare principale.  La Scu, infatti, non sembra aver compiuto quel salto imprenditoriale che hanno avuto le altre forme di criminalità organizzata in cui il traffico di stupefacenti assume un ruolo secondario. In più bisogna porsi una domanda:che fine fanno i proventi? La risposta deve essere ancora cercata. Con questi soldi probabilmente si sta cercando un sistema alternativo allo Stato. Il recupero crediti, infatti, sembra essere affidato totalmente a loro esponenti e inoltre sembra sia nata una sorta di welfare, così come riferiscono alcuni pentiti, che riesce a creare consenso nella gente del territorio, un esempio è che ci troviamo di fronte a poche denunce per usura pur sapendo che questa c'è.
 
Inoltre giungono anche segnali per quel che riguarda le agro-mafie, soprattutto sul fenomeno delle sofisticazioni in un comparto che rappresenta una ricchezza per il territorio e su ciò che ruota intorno al turismo. Il Salento va giustamente di moda e riteniamo che l’attività non sui fermi solo al controllo dei parcheggi. Crediamo che a queste domande debba essere data una risposta.
 
C’è, poi, un grande numero di minacce nei confronti degli amministratori. La Puglia, infatti, è una delle prime regioni per minacce ai rappresentati istituzionali locali.
 
La città di Taranto, poi, ha bisogno di un’attenzione particolare, perché c'è un allarme di povertà che riguarda grosse fasce sociali.
 
Su Brindisi, invece, la vicenda rifiuti ha bisogno di approfondimenti.
 
Nella Capitale del Barocco, invece,  siamo in attesa delle conclusioni delle indagini per quel che riguarda  la vicenda sugli alloggi, ma ci sentiamo di poter dire che non verrà trascurato ed è all'attenzione 
 
Infine mi auguro che un maggior coordinamento tra le circondariali e la Distrettuale sia auspicabile, soprattutto, in provincia di Brindisi.
 

Tutti devono avere consapevolezza che ci sono tutte le energie per reagire, ma non bisogna negare che la mafia esiste e che non bisogna fare l’abitudine a conviverci perché questo è il primo regalo che le si può fare.



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