25 aprile, la Cisl di Lecce visita i profughi ucraini nella Casa di Spiritualità ‘Cuore Immacolato di Maria’

‘Saremo a Merine per testimoniare le ragioni di una pace giusta, lontana da ambigue e sbagliate equidistanze e neutralità’ afferma la Segretaria Generale della Cisl di Lecce che fara visita alla Casa di Spiritualità ‘Cuore Immacolato di Maria’.

Un 25 aprile diverso quello della Cisl di Lecce che vuole intendere la Festa della Liberazione come un valore attuale da testimoniare anche nei confronti di quelle popolazioni oppresse che stanno lottando per liberarsi da chi le vuole privare proprio del bene più prezioso che hanno gli uomini, ovvero la libertà. Così la segreteria provinciale guidata da Ada Chirizzi, prima di recarsi come da tradizione alla cerimonia organizzata dalla Prefettura nel 77° anniversario della Liberazione dell’Italia dal regime nazifascista, farà visita alla Casa di Spiritualità ‘Cuore Immacolato di Maria’ dell’Arcidiocesi di Lecce, sita a Merine, dove sono ospitate alcune donne e bambini ucraini fuggiti dal loro Paese invaso dalla Russia.

Accompagnati da Don Nicola Macculi, Direttore della Caritas Diocesana di Lecce, i sindacalisti si recheranno in questa piccola struttura, diretta da Don Luca Nestola, donata alla parrocchia da Don Antonio Montinaro e adesso trasformatasi in centro di accoglienza.

La Cisl ascolterà queste persone e si metterà a loro disposizione al fine di realizzare un progetto di concreta solidarietà.

Ada Chirizzi

“Saremo a Merine per testimoniare le ragioni di una pace giusta, lontana da ambigue e sbagliate equidistanze e neutralità. Per tali ragioni confidiamo ed operiamo per un forte sostegno umanitario ai profughi, sostenendo le strutture nazionali e territoriali che, come la Caritas diocesana, operano in loro favore – ha dichiarato il Segretario Generale Ada Chirizzi -. Perché la Libertà è un valore universale. La nostra storia ci insegna quanto è stato grande il sacrificio di chi ha messo in gioco anche la propria vita pur di vederla trionfare. Non possiamo essere, quindi, sordi al grido di aiuto del popolo ucraino e vogliamo far sentire la nostra vicinanza proprio il 25 aprile per condividere un valore la cui ricerca deve accomunare tutti gli uomini.”