​’Una stanza tutta per sé’: anche a Lecce l’aula che sostiene le donne vittime di violenza

Il Comando provinciale dei Carabinieri si dota di ‘una stanza tutta per sé’. Un’aula che accoglierà le donne vittime di violenza intenzionate a denunciare i soprusi subiti. Il progetto di Soroptmist giunge anche nel capoluogo salentino.

Ci vuole una certa delicatezza, in determinati casi, nell’accogliere le confessioni intime di chi affronta dei momenti drammatici. Comprensione, ma soprattutto empatia. Quella magnifica qualità umana che permette di mettersi nei panni dell’altro. Da questo punto di vista, le forze dell’ordine svolgono ogni giorno un lavoro encomiabile. Si pensi, ad esempio, alle tante donne vittime di violenza. Spesso combattute e non sempre col coraggio di denunciare i soprusi subiti dal proprio uomo (se così possiamo definirlo). E gli uomini – non ci stancheremo mai di dirlo – devono contribuire in tal senso a diffondere il messaggio di sensibilizzazione (a tal proposito LecceNews24.it lanciò una piccola campagna di comunicazione lo scorso 25 Novembre, data nella quale ricorre la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne).

Bisogna creare le migliori condizioni possibili, dunque, affinché le dirette interessate possano descrivere determinati fatti in un ambiente familiare e disponibile. Un’aula “ad hoc”, tranquilla e riservata, che preveda il dialogo con persone ancor prima che militari. Insomma, “una stanza tutta per sé” dedicata alle audizioni protette delle vittime che intendono raccontare i casi di violenza. Anche il Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce, adesso, avrà a disposizione questo luogo d’incontro grazie al progetto nazionale portato avanti da Soroptomist International d’Italia.

“Mi rivolgo ai ragazzi presenti, ricordando quanto gli adulti conoscano bene le sensazioni di una donna che subisce violenze”, dice rivolgendosi agli studenti leccesi Leila Picco, presidente nazionale di Soroptomist, presente assieme a loro in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la Caserma di via Lupiae. Nell’occasione rivela pure come è nata l’iniziativa, oggi ramificata in tutta Italia: “Il nome del progetto si ispira ad un saggio di Virginia Woolf, perché parla di necessità, di un posto dove potersi raccogliere, dove poter scrivere, soprattutto. Un luogo protetto. Il progetto prende avvio a Torino, poi pian piano si è diffuso lungo gran parte del territorio italiano”.

Lecce si avvale, pertanto, di una grandiosa offerta di solidarietà. “Alla base c’è un protocollo, ma l’Arma dei Carabinieri da sempre risulta sensibile su tali tematiche”, ha invece dichiarato il Comandante provinciale dell’Arma, Giampaolo Zanchi. “Oggi le donne sono portate più facilmente, rispetto al passato, a denunciare, facendo risalire alla luce episodi del genere. Da alcuni anni, inoltre, i RIS si sono dotati di una sezione dedicata per intero agli atti persecutori. Un reparto specializzato, ben ferrato sulla questione".

"Non solo, noi operatori abbiamo acquisito tecniche e metodiche da utilizzare nelle varie situazioni, con tanto di programma formativo che ha portato migliaia di operatori già in servizio alla frequenza di seminari o incontri volti alla sensibilizzazione sull’argomento. Ciò nell’obiettivo di creare una rete territoriale con gli altri comandanti, anche nell’ottica di un ausilio maggiore all’Autorità Giudiziaria”.



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