Buoni fruttiferi postali di vecchia emissione, il Tribunale di Lecce condanna Poste italiane a versare oltre 60mila euro

Più di 60mila euro oltre interessi e spese in favore di un utente. Altro decreto ingiuntivo emesso da un giudice togato su ricorso di un cittadino.

Lo “Sportello dei Diritti” è stato investito dell’annosa questione dei Buoni Fruttiferi Postali di vecchia emissione.

È stato pubblicato lo scorso 30 ottobre dal Tribunale di Lecce, nella persona del magistrato togato dottor Sergio Memmo, un decreto ingiuntivo a carico di Poste Italiane per l’ importo di più di 60mila euro, oltre interessi e spese.

Il tutto a seguito del deposito del ricorso di due utenti possessori di buoni fruttiferi postali in vecchie lire non ancora riscossi appartenenti ad un prossimo congiunto deceduto da tempo.

I fatti

Alla scadenza dei buoni, figlio e madre novantenne si recarono presso uno sportello di Poste Italiane per chiedere il pagamento dell’importo che doveva essere liquidato alla scadenza, pari ad un controvalore in euro di 61.277,84.

Come prassi, il direttore dell’ufficio ha dato la disponibilità a liquidare solo la metà dell’importo, in ragione del decreto Gava-Goria, secondo cui con effetto retroattivo e in spregio a quanto indicato nei Buoni Fruttiferi, venivano dimezzati rendimenti anche per quelli emessi dal 1974 in poi.

I due si sono rivolti allo “Sportello dei Diritti”, che da tempo affronta una battaglia per quei risparmiatori “che hanno optato per l’acquisto di Buoni Fruttiferi Postali contro l’ingiusta e illegittima volontà manifestata da Poste Italiane di pagare importi solo pari alla metà di quelli previsti alla sottoscrizione” scrive Giovanni D’Agata.

Il giudice del tribunale di Lecce ha ritenuto fondate le motivazioni addotte dai risparmiatori assistiti dall’avvocato Donato Maruccia e ha, di fatto, condannato Poste Italiane a pagare l’intero importo di euro 61.277,84, oltre ad interessi, onorari e spese di procedura a fronte del modesto investimento in lire, versate all’atto della sottoscrizione.

Per il presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di “un altro precedente molto significativo non solo per il notevole importo dell’investimento, sicuramente tra i più elevati a livello nazionale sinora mai riconosciuti dall’Autorità giudiziaria, ma anche perché rende giustizia a coloro che si sono sacrificati una vita per risparmiare somme anche molto ingenti e non si sono visti rimborsare quanto promesso allo scadere con gli interessi effettivamente maturati”.

Lo Sportello dei Diritti allerta tutti coloro che sono in possesso di Buoni Fruttiferi Postali scaduti, a non perdere tempo perché «vi è il concreto rischio di perdere per sempre gli investimenti di una vita se non si agisce entro il giusto termine perché la prescrizione del diritto è dietro l’angolo e né Poste Italiane né Cassa Depositi e Prestiti avviseranno voi o i vostri, nonni, genitori e vecchi zii che quel foglietto di carta conservato in un cassetto indicante una cifra in vecchie lire può rappresentare un tesoretto che perderete per sempre».



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