Come don Attilio e don Gianni: parte la campagna ‘Insieme ai sacerdoti, insieme ai più deboli’

On air fino al 31 dicembre la campagna di sostentamento per il clero – promossa dalla Cei – denominata ‘Insieme ai sacerdoti, Insieme ai più deboli’; un invito rivolto ai fedeli per sostenere i presbiteri impegnati nel sociale.

Come ogni anno, in virtù della ‘Giornata nazionale per il sostentamento del clero’, torna la campagna della Cei-Conferenza episcopale italiana denominata ‘Insieme ai sacerdoti, Insieme ai più deboli'. Un mese con i sacerdoti, annunciatori del Vangelo in Parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione.

Lo spot tv nazionale – dedicato all’opera di quattro parroci a favore dei fratelli in difficoltà – disponibile anche sul web www.insiemeaisacerdoti.it – fa da baricentro per una serie di iniziative territoriali a livello diocesano: eventi di piazza nelle 26 mila parrocchie italiane; diffusione locandine e pieghevoli informativi, nelle chiese e nelle case durante le benedizioni natalizie; appelli di donazioni che puntano a sensibilizzare i fedeli italiani alla corresponsabilità economica verso i nostri sacerdoti diocesani, veri riferimenti spirituali e materiali per quel numero sempre più crescente di cittadini travolti dalla crisi economica.

Le offerte (origine concordataria, al pari dell’8xmille) per i sacerdoti risultano diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Degli strumenti di comunione, dalle comunità più piccole a quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Dal 1984, con l’applicazione degli accordi di revisione del Concordato, i presbiteri sono affidati alle comunità per il sostentamento. Così le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. L’8xmille viene allora in aiuto alla quota capitaria. Si può donare con conto corrente postale, bonifico bancario, con un contributo diretto agli Istituti diocesani sostentamento clero e con carta di credito, anche attraverso il sito web www.insiemeaisacerdoti.it.

I contributi così versati vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i circa 36mila preti diocesani, assicurando così una remunerazione mensile che va dagli 870 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.354 euro per un vescovo ai limiti della pensione. Le Offerte oggi sostengono anche circa 3mila preti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa per il Vangelo e per i fratelli, oltre che circa seicento missionari nel Terzo Mondo. Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno.Tra i 36mila preti diocesani sostenuti nella missione con le offerte per il sostentamento, rientrano figure di spicco come don Attilio Mesagne, direttore della Caritas diocesana di Lecce e come don Gianni Mattia, cappellano dell’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce.

Don Attilio, tra le sue tante attività di aiuto concreto verso i bisognosi, ha promosso, tra l’altro, l’apertura del cosiddetto ‘Emporio della Solidarietà'; si tratta di un ‘supermercato solidale’ dove i parroci possono indirizzare le persone meno fortunate per effettuare la spesa gratuita.  Dei ‘supermercati senza cassa’, accessibili grazie ad una tessera temporanea, che può durare da uno a sei mesi. Una risposta innovativa alle nuove povertà. L’emporio leccese, tra i primi in Italia promossi dalla Caritas, venne inaugurato proprio a Natale di tre anni fa. A fine 2013 aveva già soccorso 2.142 famiglie e distribuito 270 tonnellate di alimenti. Chiaramente, davanti ad una disoccupazione galoppante e la mancanza di denaro per comprare il pane ai propri figli, l’appello a istituzioni, pubbliche e private, di predisporre alimenti in favore di tale emporio risulta continuo.

L’Emporio, tra l’altro, non offre solo prodotti ma anche servizi alla persona: consulenza legale, sostegno spirituale e materiale, orientamento al lavoro. “Il nostro Emporio è un faro luminoso puntato sulle necessità economiche e morali della città” spiega il sacerdote. Entrano sempre più spesso sfrattati, separati e disoccupati. “Nella nostra diocesi i licenziamenti sono ormai un fenomeno inarrestabile – aggiunge don Attilio – in molti hanno perso il lavoro e sono poche le speranze di nuova assunzione”. Una vera misura di welfare sostitutiva. L’Italia, purtroppo, è l’unico Paese dell’Unione Europea a non garantire alcun reddito di cittadinanza. E oggi la recessione non consente neppure più di immaginarlo. Così gli aiuti alimentari “non sono assistenzialismo – precisa Don Attilio – ma una forma concreta di sostegno al reddito familiare. Consentono cioè di spostare risorse economiche sul pagamento delle utenze domestiche, sui costi per la casa e per gli studi dei figli”.

Don Gianni Mattia invece è ministro della Parola e dei sacramenti “in corsia”. Cappellano al ‘Vito Fazzi’dal 1998,  è diventato pioniere della clownterapia. In questa bellissima e toccante avventura l’hanno affiancato sempre più numerosi i volontari dell’associazione ‘Cuore e mani aperte verso chi soffre’, oggi arrivati ad oltre 150 persone. “Nei fine settimana e durante lo scorso Natale, come pure nelle altre festività, regalano tempo e sorrisi ai bambini dei nosocomi di Lecce, Galatina e Casaranospiega il sacerdote, laureato in teologia della pastorale sanitarianon siamo giocolieri, non dobbiamo distrarre ma portare l’amore di Dio. Far sentire a chi è nel dolore la carezza e la tenerezza del Padre attraverso un sorriso. A volte non serve altro per evangelizzare la sofferenza. Il sorriso ti fa entrare ovunque, anche presso culture e fedi differenti, anche nei cuori di una società sempre più secolarizzata”.

Come ogni anno, a Natale, i volontari hanno preparato qualcosa di speciale, tra bolle di sapone per i bambini e piccole novità per i pazienti di psichiatria. Portando Gesù Bambino in tutti i reparti. Il personale dell’ospedale destina un euro in busta paga ogni mese al fondo di solidarietà, che sostiene le attività dell’associazione. Ciò ha permesso di istituire la Bimbulanza: un’ambulanza colorata e a misura di bambino, unica in Italia, per togliere la paura ai più piccoli negli spostamenti da un ospedale all’altro. Insieme ad essa, anche la Casa d’accoglienza per i familiari dei degenti, gestita dalle suore della carità di san Vincenzo de’ Paoli. 



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