«Siamo costretti a lavorare…senza camici, con la farmacia sprovvista dalla metà della scorsa settimana, con mascherine chirurgiche che ci vengono fornite con il contagocce! Siamo veramente stanchi!».
La segnalazione arriva a Leccenews24 direttamente dal Vito Fazzi di Lecce, a testimonianza che la guerra contro il Covid-19 che sembra stia registrando qualche passo in avanti, non smette di mostrare la faccia triste della sanità pugliese e italiana. L’altra faccia della sanità, quella dietro all’eroismo di tanti medici, infermieri, oss e del personale sanitario in genere che nel bunker approntato contro un virus dall’incredibile pervasività non sempre hanno le strumentazioni adatte a stare in prima linea.
Già si parla di Fase 2 e ancora scarseggiano i dispositivi di protezione individuale, quei dispositivi che serviranno nei prossimi giorni non solo al personale sanitario ma anche ai comuni cittadini che dovranno riprendere gradualmente le attività di tutti i giorni. Ci si chiede, però: se medici e infermieri non hanno quei dispositivi come potranno averli i semplici cittadini?
Il rischio è evidente ed è soprattutto facilmente intuibile.
Mascherine consegnate con il contagocce, assenza di camici e farmacia ospedaliera sprovvista: questa la fotografia che ci viene inviata in queste ore dall’ospedale del capoluogo. I sindacati continuano a far sentire la loro voce con chi di competenza ma evidentemente sembra non bastare. Sarebbe il caso di dare un’accelerata in questa direzione e di avere scorte importanti di guanti, mascherine, camici e caschi protettivi prima di pensare alle riaperture, alla ripresa e perfino alle vacanze.
