Costretto a chiudere l’attività dopo pochi mesi: i leccesi scendono in piazza al suo fianco

Causa tasse elevate e crisi, un cittadino leccese si vede costretto a chiudere la sua attività dopo circa 7 mesi. I cittadini scendono in Piazza Mazzini al suo fianco per sostenerlo:’Chiedo solo di poter lavorare e avere una famiglia’.

Occhi dispiaciuti, segnati da una recente delusione lavorativa che ne ha implicato la chiusura della propria attività commerciale. Scenario piuttosto comune, oggigiorno, all’interno del panorama nazionale. Da un lato si legge sui giornali che l’Italia sia finalmente fuori dalla recessione; che la disoccupazione stia subendo rallentamenti progressivi; e che il PIL risulti cresciuto (seppur di pochissimo). Notizie positive, insomma, ma non leggibili davanti a chi di positivo – economicamente parlando – intravede poco e nulla. Tra questi, purtroppo, anche il signor Alfredo Fiorentino di Lecce, costretto a chiudere la sua panetteria dopo circa mezzo anno. Troppi alte le spese dovute a tasse ed oneri finanziari per un piccolo imprenditore che tenta di sgomitare nella giungla del mercato. Lo sanno benissimo esercenti e cittadini leccesi. E ne comprendono a pieno lo stato d’animo, tanta da partecipare alla simbolica protesta edificata stamattina in Piazza Mazzini. L’obiettivo? Sostenere Alfredo, stargli vicino, convincerlo a non mollare.

«In Italia, pur di lavorare, si è disposti anche ad un salto nel buio, proprio come il mio», dichiara il protagonista della triste vicenda ai microfoni di Leccenew24.it. «Sette mesi fa iniziai con pochissimi soldi, chiedendo finanziamenti e cambiali per avere quella speranza di operare onestamente durante la giornata, senza girarmi i pollici. E contemporaneamente crearmi una professione al fine di prendere una casa in affitto, ad  esempio. O magari sposarmi e avere dei figli. Del resto siamo nell’età in cui certi desideri si percepiscono. E purtroppo, oggi come oggi, le esigenze più banali appaiono quasi impossibili».

Nonostante tutto, però, Alfredo non rinuncia ad aiutare gli altri. I poveri, i padri di famiglia disoccupati e con bimbi da sfamare. Nell’ultimo mese, infatti, grazie al suo contributo alcune persone sono riuscite a ricevere qualche bene alimentare e di sostentamento primario. Eppure, l’ex imprenditore la considera un’azione normale, che tutti dovrebbero mettere in atto. Partendo proprio da qui, infatti, lancia un piccolo appello:«Il messaggio lo mando non alle istituzioni, bensì ai soggetti che vivono la mia stessa situazione. Non voglio pubblicizzarmi in qualcosa. Tutto ciò che ho compiuto, sia adesso che in passato, nella vita è stato sempre senza secondi fini. A me piacerebbe solamente vivere bene nella mia nazione, lavorare con onestà e permettermi una famiglia».