Divorzio in cinque giorni: è successo a Lecce. Primato nel Salento

Stando al provvedimento del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in determinati casi marito e moglie possono rivolgersi all’avvocato per la separazione senza passare dal tribunale. A Lecce è già successo.

Cinque giorni. Un’unità temporale piuttosto breve, soprattutto se paragonata ai tempi della giustizia odierna. Tanto è bastato ad una coppia leccese – anzi, ex coppia ormai – per separarsi, evitando così mesi e mesi d’attesa (in media dai 3 ai 5). Colta al volo, dunque, l’occasione introdotta dalle legge 132 entrata in vigore lo scorso 13 settembre dopo l’approvazione della Camera dei Deputati e, attualmente, al vaglio del Senato. Un caso che, in un certo senso, fa scuola, sebbene negli altri Comuni siano partiti ieri dei corsi d’aggiornamento.

Intuizione importante quella di un legale salentino che ha suggerito ai due coniugi di seguire un iter alternativo, nella fattispecie contenuto nel provvedimento  voluto dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando per velocizzare le tempistiche. Basta dunque una negoziazione assistita per sciogliere quel legame che si credeva potesse durare per tutta la vita.

L’avvocato ha però l’obbligo di procedere a spedire la suddetta convenzione entro e non oltre i dieci giorni dalla firma. Bisogna però specificare che questa procedura ‘flash’ al momento non è valida per tutti. Anzitutto, serve che sussista da entrambe le parti il consenso. Non solo. Non devono esserci figli minorenni o portatori di handicap, né maggiorenni ma economicamente ancora alle dipendenze dei genitori. Questo aspetto, come anticipato in apertura d’articolo, è tuttora sotto la lente d’ingrandimento del Senato.

Un’altra ipotesi, ancora da valutare nella sua interezza, riguarda anche le coppie con figli: ok alla separazione con procedura semplificata, a patto che ci sia il parere positivo del procuratore della Repubblica del tribunale competente. Insomma, costui riterrà opportuno se gli accordi possano rispondere o meno all’interesse dei figli.

Certo, evitare la macchina burocratica va benissimo, a patto però che si rispettino i bisogni dei figli, che giustamente vengono prima di tutto. Ben presto potrebbero sopraggiungere altre novità. Marito e moglie potrebbero rivolgersi anche al sindaco che, entro i trenta giorni, avrà il compito di convocarli per sancire l’atto di separazione.