“Siamo stati e siamo tuttora in primissima linea contro la pandemia. Abbiamo assistito sintomatici e asintomatici, rischiando quotidianamente il contagio e dovendo supplire alla rete dei medici di base, le cui attività ambulatoriali sono state sospese. Abbiamo perso anche colleghi e ci sono i ‘caduti’ nella nostra professione. Per questo non possiamo tollerare critiche ingiuste e tuteleremo la nostra categoria nelle sedi opportune”, con queste parole, Federfarma Lecce, respinge, le contestazioni, mosse da un’associazione di consumatori che, a suo dire “Alimenta una polemica sterile sulle mascherine, al solo fine di ‘accaparrarsi’ una vetrina mediatica”.
Il riferimento è alla denuncia fatta da Codacons nei giorni scorsi, nella quale l’associazione ha affermato che le mascherine chirurgiche al prezzo di 50 centesimi fossero introvabili in provincia di Lecce e che si sarebbero verificate situazioni nelle quali farmacisti o esercenti in genere, indurrebbero i cittadini e i consumatori ad acquistare dispositivi di sicurezza diversi a prezzi decisamente più alti.
Francesca Conchiglia, presidente del sindacato dei farmacisti della provincia di Lecce, difende con fermezza la categoria e rigetta ogni accusa relativamente alla mancata distribuzione dei dispositivi di protezione individuale (al prezzo calmierato di 50 centesimi più Iva) perché risultano irreperibili e non sono disponibili neppure tra gli stessi fornitori.
“I farmacisti – prosegue la nota – sono professionisti seri e responsabili che, in questi mesi, non hanno mai fatto mancare il loro prezioso ed indispensabile supporto concreto, garantendo un servizio costante di assistenza all’intera comunità, improntato alla massima trasparenza, correttezza ed onestà.
Iniziano a scarseggiare anche quelle di tipo ffp2 o ffp3 – fa sapere, altresì, Federfarma – mentre per quelle chirurgiche occorreva garantirne, per tempo, la produzione e la consegna alle farmacie per la successiva distribuzione alla popolazione, così come promesso pubblicamente dal Commissario straordinario della Protezione civile, Arcuri”.
I farmacisti, se potessero, distribuirebbero le mascherine, ma non ce ne sono più in giro.
Pertanto, i farmacisti non intendono accettare accuse prive di fondamento da parte di un’associazione di consumatori non informata sulla reale situazione. Anzi, quello che è successo in questi mesi conferma la massima disponibilità da parte della categoria che si è trovata tutta in prima linea per la salvaguardia della salute dei cittadini”.