
Questa sera, alle ore 20, sarà piazzetta Castromediano, a Lecce il punto di ritrovo per l’ultima iniziativa del movimento di protesta “La cultura in piazza” che si svolgerà contemporaneamente in tutte le principali città italiane. In prima fila i sindacati, Flc Cgil, Cisl scuola,UiL scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, a guidare il corteo che passerà per Piazza sant’Oronzo, via Rubichi, via Templari e via Matteotti, per urlare “No” all’imperturbabile riforma renziana della scuola.
La fiaccolata di dissenso verso il decreto legge “Buona Scuola”, fortemente voluta dai docenti, dimostra come il malcontento degli addetti ai lavori non sia destinato a placarsi, ma, piuttosto, ad ampliarsi, cercando di coinvolgere la più larga parte dei cittadini, fungendo anche da attività di informazione e coinvolgimento sugli obiettivi della mobilitazione.
I docenti, non celano la rabbia nei confronti della riforma “dell’ingiustizia” – così come la definiscono coloro che stanno dietro la cattedra ma non solo – non soltanto per le conseguenze dell’imposizione di un regime di autonomia che dia carta bianca ai dirigenti scolastici e scarse garanzie agli aspiranti al ruolo, ma soprattutto per il muro di insensibilità del governo, che nonostante i tentativi di emendamenti, non ha trovato un compromesso nei confronti dell’insoddisfazione diffusa e palesemente manifestata.
La parte debole, però, non demorde e ritiene anzi il calo di consensi elettorali di Renzi nelle ultime tornate elettorali, un campanello d’allarme, il segnale di una più forte consapevolezza di quanto "un attacco alla scuola faccia parte di una strategia per intaccare lo stato sociale" questo quanto dichiarato dalla professoressa De Siena, docente di Filosofia al Liceo Classico “Palmieri”, attivamente coinvolta nel tentativo di una concreta bocciatura al programma di governo.
E se non basta il blocco degli scrutini per creare un concreto disagio, lo si dica quindi con un corteo, con una fiaccolata, ma anche con la musica; la manifestazione culminerà infatti con un concerto di musica popolare diretto da Salvatore Gervasi, quasi a scaricare la tensione presente e scongiurare il rischio di un ritorno al passato che ricorda tanto la legge Aprea.
Irene Troisio