Fuori è gelido, ma non il cuore dell’AC: la Marcia della Pace ‘scalda’ Lequile

Numerosa partecipazione delle parrocchie leccesi alla Marcia della Pace – organizzata dall’Azione Cattolica di Lecce – tenutasi lo scorso Sabato presso la città di Lequile. Centinaia di educatori ed ‘acierrini’ hanno camminato per le vie del paese esibendo i loro messaggi.

A volte assume la forma di bandiera multicolore da esibire durante le manifestazioni pubbliche; altre, invece, sfocia in gesti concreti. Quelli che l’Azione Cattolica di Lecce predilige maggiormente, poiché perni principali della sua ideologia missionaria. La pace non si attende seduti davanti al televisore. Va portata a chiunque ne abbia dimenticato il concetto, ricordandoglielo. Rinfrescandogli la memoria. Una freschezza rivissuta a Lequile, lo scorso Sabato pomeriggio, grazie alla “Marcia della Pace” organizzata dalla Diocesi di Lecce e, in particolar modo, dall’Equipe Acr assieme ai ragazzi delle parrocchie locali (“Spirito Santo” e “Maria SS Assunta”). Centinaia di educatori e “acierrini” erano, nonostante la temperatura fredda, in cammino per le vie del paese. Tutti partiti da Largo San Francesco, lì dove prima della marcia vera e propria il vescovo leccese, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, ha voluto salutare i partecipanti attraverso un momento di preghiera:«Ci sono molti adulti – dice contento il Pastore –, come se i grandi, in queste occasioni, volessero tornare bambini».
 
Racconta anche un aneddoto:«Nel mese di gennaio del 1972 mi trovavo nel deserto del Sahara. Con un giovane arabo dovevo raggiungere una zona del deserto. Non ce la facevo più. Ad un certo punto vedo da lontano una tenda di nomadi. Un ragazzo mi viene incontro dicendo, “devi venire a casa mia”. Mi son seduto per terra, togliendo le scarpe. Dopodiché, con un unguento mi massaggiò i piedi. Infine mangiammo delle focacce con datteri e latte. E ripresi il cammino. Ricorda un po’ la storia di Abramo, che si mette in cammino senza sapere dove fosse destinato ma prestando fiducia in Dio». «Il primo gennaio in tutta la Chiesa celebriamo la giornata della pace – conclude – e tanti risultano, purtroppo, gli agguati a questa parola, a questo concetto. Tante le persone che fuggono dalle loro terre, perché restare lì significa perdere la vita. Allora oggi, noi, al Signore la chiediamo a gran voce, “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Preghiamo affinché si moltiplichino gli uomini di buona volontà. Quando crescerete, speriamo che anche voi lo diventerete; sapendovi guardare ed amare. Auguri di pace, insomma, dovunque».
 
Insieme a lui, sul palco allestito nello spiazzale, il sindaco del Comune ospitante l’evento, Antonio Caiaffa. La tappa finale s’è concretizzata, infine, all’interno del pallone tensostatico cittadino attraverso giochi a tema rivolti alle varie comunità parrocchiali. Durante il percorso, ognuna di esse esibiva un personalissimo messaggio di pace. Chi mediante cartelloni a forma di “camino”, chi addirittura “riciclando” un divanetto usato. Del resto, il motto nazionale dell’AC – intitolato “la Pace è di Casa” – ha permesso ai giovani di potersi sbizzarrire, dando sfogo alla propria fantasia durante i preparativi propedeutici alla speciale giornata. In testa al simpatico corteo, il trenino realizzato per la bellissima Festa del Ciao tenutasi lo scorso novembre.
 
Ancora una volta, dunque, le collettività cattoliche salentine rispondono “presente” alle sollecitazioni umanitarie tipiche della fede cristiana, non ultima quella rimarcata da Papa Francesco circa le cosiddette “periferie esistenziali”. Argomento affrontato, oltretutto, pure nel merito della Festa Giò messa in piedi dal settore giovani dell’associazione.



In questo articolo: