
Quanto costa litigare? In un Paese come il nostro, dove cultura e legislazioni di ogni tempo convergono nel ritenere che la sede elettiva di risoluzione dei conflitti sia quella giudiziaria, nella quale il linguaggio comune è quello dello scontro tra avversari, tra parti in conflitto, appunto, basato quindi sulla logica del “se io vinco, tu perdi”, e dove le possibilità dunque di abbassare i toni del conflitto stesso sono pressochè inesistenti, elaborare una dettagliata analisi sul rapporto fra i costi umani ed economici che tutto questo comporta e i relativi benefici, diventa prioritario e doveroso quando il conflitto di cui ci si occupa è quello che insorge e si consuma all’interno delle mura domestiche, ovvero in famiglia.
Da quest’analisi risulta schiacciante lo squilibrio fra gli interessi irrimediabilmente sacrificati dal lungo e complesso percorso giudiziario, nel quale si celebra il conflitto familiare, ed i vantaggi eventualmente ad esso connessi, soprattutto quando ad esserne coinvolti e spesso travolti sono i figli, parti incolpevoli dello stesso.
Diffondere una cultura della mediazione familiare, intesa quale percorso alternativo al giudizio, volto ad agevolare un dialogo fra i coniugi in conflitto che li metta in condizione di pervenire a degli accordi di separazione, diventa prioritario in virtù del supremo interesse di tutela del minore.
La scelta, ogni scelta, deve maturare in un contesto di consapevolezza. Un ragionamento e un investimento, in termini di approfondimento e divulgazione di tematiche delicate ma decisive come la mediazione familiare deve quindi declinarsi prima di tutto in termini di conoscenza.
Come ha risposto il nostro Legislatore finora a questi interrogativi e quanto ancora ha in progetto di fare sul tema. È questo uno dei temi da cui trae spunto il convegno patrocinato dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) e tenutosi nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Palermo, il 21 ottobre scorso.
Conoscere la mediazione familiare, qui e ora, è per tutti importante. Un fattore di libertà eventuale e futura, quando e se questa conoscenza dovrà declinarsi in termini di decisione e risoluzione mediata, non ostile, di un conflitto. Un ruolo chiave è riservato all'avvocato, vero perno della mediazione. Al convegno hanno preso parte: Alessandra Cagnazzo, avvocato del Foro di Roma, mediatrice familiare e Presidente Nazionale di Officina Familiae, Maria Antonietta Catania, avvocato del Foro di Palermo e mediatrice familiare, Pierluigi Mazzamuto, Professore dell’Università di Palermo e mediatore familiare.