Una specie ‘aliena’ approda sulle coste salentine, il “granchio azzurro”: occhio alle sue chele taglienti

A dare l’allarme è l’Associazione ATA-PC a seguito dei recenti avvistamenti a Torre Rinalda e Spiaggiabella. Occhi aperti, è molto aggressivo.

In un periodo di lunghe e imponenti migrazioni, a spostarsi, a quanto pare, non sono solo le persone, ma anche gli animali. È stata da poco avvistata una nuova specie di granchio che sta iniziando ad abitare le coste del Salento. Una specie nuova, per così dire, solo agli occhi dei salentini. Già, stiamo parlando del “granchio azzurro”, un animale abbastanza noto in Messico e negli Stati Uniti, che di recente è stato avvistato sulla riva delle spiagge di Torre Rinalda e Spiaggiabella.

A dare l’allarme è la vicepresidente dell’Associazione ATA-PC Lecce, la dott.ssa Primula Meo, che da oltre 10 anni si occupa attivamente di salvaguardia dell’ambiente e protezione degli animali. Il famigerato “Granchio azzurro” è una specie aliena per i nostri mari, nonché molto aggressiva. “Ho ritenuto opportuno segnalarne la presenza nelle marine leccesi agli organi di stampa affinché i bagnanti prestino molta attenzione, controllando soprattutto i bambini che, scambiandolo per un comune granchio autoctono, potrebbero ferirsi sia per la forza con cui stringe le sue chele taglienti sia per la presenza di spine acuminate sul carapace”, avverte Primula Meo.

Il granchio dal colore tendente al blu è di certo facile da riconoscere a colpo d’occhio, innanzitutto per le sue dimensioni. Con una lunghezza di 10 cm ed una larghezza di 20 cm l’animale con le chele piuttosto lunghe è tutt’altro che invisibile. È una specie, inoltre, piuttosto aggressiva e si nutre di tutto quello che è in grado di catturare.

Ma la presenza del Callinectes sapidus, questo il nome scientifico, nel Mare Adriatico non è una novità. Dal Golfo del Messico la specie di granchio si sarebbe spostata nel Mar Mediterraneo, costituendo una minaccia per il nostro ecosistema. “L’aumento della temperatura e l’assenza di predatori naturali facilitano la capacità di questa specie di incrementare la propria densità ed estendere l’areale di distribuzione fino ad invadere anche le zone di balneazione”, sostiene Maurizio Pinna, ricercatore di ecologia dell’Università del Salento. “Lungo le coste di Grecia e Albania, il Granchio azzurro è ormai una forte minaccia per il mantenimento della biodiversità autoctona e per la pesca, principale servizio ecosistemico per la popolazione costiera di questi Paesi”.

Pertanto, occhi aperti e pronti a segnalare eventuali ulteriori avvistamenti alla mail [email protected] allegando una foto.

A chi sostiene che la specie sia stata portata dall’Università arriva la smentita da parte dei ricercatori. Ma lo polemica non si è fermata qui e si è trasformata in una spy story tutta salentina. Protagonisti del susseguirsi di botta e risposta sono l’ex Assessore all’ambiente Andrea Guido e il Professore Luigi De Bellis, Direttore del Dipartimento Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento.



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