Il caso di Santa Cesarea terme senza finzioni e senza veli. L’editoriale di Marco Renna

Dopo innumerevoli segnalazioni, commenti, scritti critici e la risposta del sindaco di Santa Cesarea Terme, il direttore editoriale di Leccenews24 esprime il proprio parere sulla vicenda che sta accendendo gli animi di molti salentini.

Facciamo un po’ di ordine sul caso Santa Cesarea Terme, la bella località del basso Adriatico (meglio alto Jonio) che anima un dibattito quanto mai atteso, in ragione di un’inspiegabile ma innegabile difficoltà della bella marina della costa del Sud ad elevarsi a rango di capitale del turismo.
 
Santa Cesarea ha tutto (o avrebbe) quel che serve per essere un gioiello, ma negli ultimi anni il parere di residenti e villeggianti è di diverso avviso, tanto da accrescere un sentimento diffuso di malcontento e insoddisfazione, del resto se l’immaginario collettivo è istruito da elementi negativi un fondo di verità dovrà pur esserci.
 
Partiamo da qui per spiegare ciò che sta accadendo a seguito di un commento critico sull’argomento pubblicato dalla nostra Redazione sulla scia di alcune confidenze o denunce raccolte giornalisticamente e, successivamente, alla risposta legittima del sindaco di Santa Cesarea che ci ha fornito il suo punto di vista.
 
Una prospettiva che secondo gli accesi commenti registrati sul nostro sito e che circolano sul profilo facebook sarebbe quantomeno distorta. Inutile riportare gli scritti, ma le parole, forse un po’ troppo severe, di un personaggio autorevole come il professor Enrico Cuccodoro, docente universitario e figlio di questa terra, ci danno da pensare e da scrivere.
 
Chi come noi da lungo tempo vive, per passione e lavoro, ogni angolo del Sud Salento è in grado di fare confronti, paragoni, assimilazioni e certamente conosce meglio di altri le dinamiche interne ad amministrazioni locali e politica.
 
Conosciamo bene le promesse di presidenti di Regione e Provincia sul rilancio del segmento termale, conosciamo i tentativi di imprenditori del posto di organizzare un turismo più qualificato, conosciamo bene le vicende giudiziarie che hanno caratterizzato la cronaca degli ultimi anni, gli interventi di stampo urbanistico e commerciale non sempre efficaci e conosciamo una per una le amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli ultimi vent’anni.
 
Ma è pur vero che se Santa Cesarea è lo specchio dei commenti che ci sono pervenuti, la responsabilità non può essere di un sindaco o soltanto di un sindaco, né dell’attuale, né del precedente, ma di quanti, negli anni, hanno avuto in mano le chiavi e non hanno aperto le porte del successo, grazie alla improvvida corresponsabilità di una classe politica che non ha brillato sotto gli occhi disattenti di una comunità che ha, anch’essa, le sue colpe.
 
Non è un sindaco che deve mettere fine alle polemiche, né fornire l’inventario delle iniziative di intrattenimento e di spettacolo, ma tutti coloro che frequentano la marina e ne conoscono vizi e virtù, anche noi che scriviamo e facciamo scrivere tutti secondo una visione ultrademocratica, e quanti hanno perso magari l’occasione per puntare al rilancio di un’immagine onestamente un po’sbiadita.
 
Parliamone di più, pubblicizziamo di più, raccontiamo di più, eleviamo il dibattito su potenzialità è opportunità, fuori dai pregiudizi. Cambiamo il lessico di “ciò che ho fatto io” e “ciò che non mi va bene di te”  con qualcosa di più nuovo, sintomatico di un affetto e una pazienza che Santa Cesarea merita, al pari di altre realtà in cui ci si azzuffa meno e non perché i problemi non vi siano, perché li ha Lecce e li ha Gallipoli. Non saremo mai tutti d’accordo, ma almeno proviamo a non rovinare ciò che non è nato per andare in rovina.



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