#ilcaso. Quanto vale la vita di un Vigile del Fuoco?

Rischiare la vita per la comunità, ma a quale prezzo? Dal 31 marzo, infatti, in seguito ai tagli del ministero del Tesoro, l’Opera Nazionale di Assistenza del personale non paga piè¹ le spese mediche a chi subisce un infortunio. Lo rivela un comunicato stampa del USB -VVF.

Il 23 ottobre scorso, a Genova, un Vigile del fuoco, intento a sistemare un cartellone pericolante è scivolato dalla scala a causa delle forti raffiche di vento, precipitando per alcuni metri. Il pompiere, subito soccorso da alcuni compagni, è stato trasportato in codice rosso all'ospedale San Martino ma, fortunatamente, non è in pericolo di vita.

L’incidente, avvenuto in pieno centro, riaccende i riflettori sulle condizioni in cui sono costretti a lavorare i Vigili del Fuoco. Dal 31 marzo, infatti, in seguito ai tagli del ministero del Tesoro, l'Opera Nazionale di Assistenza del personale non paga più le spese mediche a chi subisce un infortunio. 

Il risultato? Ogni volta che sono coinvolti in un’azione gli uomini del VVF, devono tener conto che, in caso di incidente, dovranno mettere mano al proprio portafoglio. Gente che, giorno dopo giorno, sfida fiamme e altezze, salva le vite altrui mettendo in gioco la propria, lo fa sapendo di non avere un’assicurazione sanitaria.

A renderlo noto è un comunicato stampa diffuso da USB, unione sindacale di Base. «Ancora oggi – si legge nel testo-  non abbiamo capito quali sono gli indirizzi politici al dipartimento, né quali interventi concreti sono stati messi in atto per la salvaguardia del territorio e per gli operatori che svolgono il soccorso in questo paese».

Che i VVF stessero attraversando un momento difficile era noto a tutti, non solo in Italia. Basti pensare che l'emblema della crisi che ha colpito anche questo settore, è una foto scattata, qualche mese fa, durante una protesta di piazza a Barcellona, in cui un'agente di Polizia in tenuta antisommossa punta il manganello contro un vigile del fuoco. I pompieri, erano scesi in strada, nella vicina Spagna, contro i tagli al bilancio che hanno gravemente penalizzato la categoria. Come impressa nella mente è l’immagine del flashmob organizzato a Pisa sempre contro i tagli. Una cinquantina di vigili del fuoco si sono sdraiati sotto la torre pendente con la divisa da intervento, i guanti e gli elmetti per rappresentare la morte possibile di una professione.

Carenza di mezzi, di personale e di risorse da sempre erano al centro delle preoccupazioni del Corpo, situazione aggravata dalla spending review.

«A ciò aggiungiamo che non solo il ministero dell’interno non si cura nel suo complesso dell’assistenza del personale VV.F. ma che dopo non essere stati in grado come ONA di garantire una assistenza sanitaria diretta al personale, malgrado per anni abbiamo regalato soldi alle assicurazioni private invece di gestire noi direttamente i fondi; ricordiamo che in passato si pagava con cifre esorbitanti un servizio reso non adeguato alle nostre esigenze, condizione superabile con la gestione diretta dei fondi dal consiglio d’amministrazione al lavoratore che ne richiedeva l’assistenza. Oggi- conclude la nota- ci troviamo pure, con la mancata reintegrazione dell’assicurazione, che sta creando non pochi problemi, a coloro che ogni giorno hanno necessità di essere sottoposti a cure sanitarie; questione portata anche al cospetto del governo. E nell’immediato ordinario, quando un lavoratore a rischio, come lo è un vigile del fuoco, si trova ad essere vittima di un incidente mentre presta la sua opera a salvaguardia della pubblica incolumità».



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