‘Caro Leccenews24, fai bene a sollecitare una concentrazione di attenzione verso il centro di San Cataldo da parte dei concittadini, ma voi giornalisti siate oggettivi e segnalate le criticità, andando a scovarle direttamente. Lasciate la poesia ai poeti e monitorate la realtà. Io mi sono vergognata di essere leccese!‘.
Raccogliamo, facciamo nostra e pubblichiamo la lettera che ci scrive l’intellettuale salentina Rossella Barletta, all’indomani del nostro articolo in cui chiedevamo la mobilitazione orgogliosa e proattiva dei leccesi per fare rinascere San Cataldo. Se è sembrata troppo poetica, non ce ne dispiaciamo: di poesia non si muore, di incuria sì.
All’indomani dell’incendio che ha divorato San Cataldo, Leccenews24.it ha dato spazio alle riflessioni che sempre si succedono il ‘day after‘.
In un editoriale abbiamo raccontato il dolore per una sciagura che è sembrata quasi consequenziale al degrado della marina (o delle marine, di tutte le marine del capoluogo…per dare ragione ai nostri lettori di Frigole, Torrechianca, Spiaggiabella e Torre Rinalda che hanno preteso questa puntualizzazione tempestandoci di mail).
Ma l’invito di Rossella Barletta, lo troviamo giusto, importante. Per questo non smetteremo mai di dire la nostra, amando il Salento e sentendoci feriti per il degrado che spesso lo riveste. Ecco la riflessione che pubblichiamo per intero:
“Ho letto l’articolo di Leccenews24 ‘Torniamo a San Cataldo, orgoglio leccese‘. Mi chiedo, però: da quanto tempo l’autore non va alla sopradetta marina? Chi scrive si è recata appena sabato scorso, rimanendo indignata dinanzi all’abbandono e all’incuria delle aiuole, specialmente quelle che lambiscono la zona archeologica: rifiuti, rifiuti e rifiuti.
Molto all’insegna dell’improvvisazione, dell’abbandono, dell’incuria i cui colpevoli sono i cittadini (zozzoni e incivili) e l’Amministrazione Comunale che non riesce a gestire la pulizia dell’ambiente, generando diseducazione ambientale.
Poi un senso di squallore dinanzi all’edificio abbattuto e transennato! Perché, se subito dopo non era prevista una ricostruzione, un risanamento? L’Ostello della Gioventù desolatamente chiuso: che vergogna possedere una struttura e non “sfruttarla”.
Se non ci fossero i lidi o le strutture commerciali private, San Cataldo sarebbe una desolazione.
Quindi: fate bene a sollecitare una concentrazione di attenzione verso il centro di San Cataldo da parte dei concittadini, ma voi giornalisti siate oggettivi e segnalate le criticità, andando a scovarle direttamente.
Lasciate la poesia ai poeti e monitorate la realtà. Io mi sono vergognata di essere leccese!”.