Io, salvato da un Carabiniere. Storie di buona giustizia

Quella che raccontiamo oggi è¨ una drammatica quanto paradossale vicenda iniziata nel lontano 2006, accompagnata da un interminabile iter giudiziario, ma terminata con la parola fine, scritta dalla Cassazione.

Storie di buona giustizia

Era l’estate del 2006 quando Eliseo De Marco, imprenditore salentino residente a Milano, faceva pulizia all’interno della villetta del fratello Luigi in contrada spagnuolo a Casarano. Ma la tranquillità di una normale giornata estiva fu presto interrotta da una spiacevole “visita”. I rapporti dei De Marco con i vicini De Nuzzo, non si potevano di certo definire amichevoli, ma mai si sarebbe potuto prevedere l’accaduto, che costò ad Eliseo De Marco otto mesi di convalescenza, per ferita da oggetto contundente, e successivi interventi chirurgici. Donato De Nuzzo, violò il domicilio dei vicini, portando a termine una vera e propria spedizione punitiva ai danni dell’altro fratello dei De Marco, Simone. Eliseo  riuscì a liberarsi dall’aggressione e ad allertare le forze dell’ordine. Nel frattempo però, nella villetta era giunto il fratello dell’aggressore, Antonio De Nuzzo, in compagnia di una terza persona (che nel processo giudiziario venne poi menzionato come teste, ma non attendibile). Furono venti i minuti di pestaggio, terminati solo all’arrivo della volante dei Carabinieri con a bordo quello che Eliseo De Marco definisce il suo “angelo custode”. Ma dopo otto mesi di convalescenza per la ferita inferta da un colpo di rastrello alla testa, schivato con il braccio, per Eliseo la storia non era ancora finita, doveva, anzi, iniziare. Nelle aule di Tribunale, l’uomo dovette recarsi per molti anni, ma non per testimoniare l’aggressione subita, ma perché denunciato dagli stessi aggressori (Antonio e Donato De Nuzzo).

Un vero e proprio calvario giudiziario durato sei anni, ancor più sofferto a causa della paradossale accusa dei vicini, autori del pestaggio. Ma la Corte d’appello volle far luce sull’accaduto e assolse Eliseo e il fratello Simone De Marco, condannando Antonio e Donato De Nuzzo a otto e sei mesi di reclusione e al risarcimento dei danni e delle spese. La sentenza divenne poi definitiva in Cassazione.

A salvarlo, furono le parole di un “valoroso e meritevole Carabiniere” ci scrive De Marco, che “accertò la violazione del domicilio, rigettando fantasiose quanto inammissibili ricostruzioni della difesa dei De nuzzo, per la quale, io addirittura mi sarei ferito con un rastrello da solo”. Oggi la tempesta è finita ed Eliseo De Marco vuole che la sua storia di buona giustizia venga resa nota a tutti.

“Ho sempre vissuto rispettando la Legge – conclude – e denunciando ogni minaccia infertami ingiustamente! Ho sempre utilizzato ogni mezzo disponibile della Legge. Ricorderó per sempre le parole dell'Agente Garzia, il quale mi ha detto : "La Legge Italiana è molto lenta, ma efficace! Forza! Denuncia e informa la Legge sempre di qualsiasi atto criminale”.

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