
Un’economia che zoppica, che incespica, imprese nella difficoltà da tanto, troppo tempo. Una crisi che sta durando anni e che sta impoverendo il tessuto economico in modo quasi irreversibile. I cittadini sono allo stremo, e anche chi l’economia “la fa”, ovvero le imprese. Oltre al mercato che non gira, ci sono anche le tasse che certo non aiutano.
Ma va detto che qualche spiraglio si sta aprendo. Per parlare delle aziende pugliesi, Confartigianato imprese Puglia comunica che le aziende del territorio versano oltre mezzo miliardo di euro per l’imposta sul reddito delle società (Ires). Rispetto all’anno precedente, il gettito è aumentato di circa 10 milioni, pari all'1,9 per cento (l’anno prima sono stati versati 499 milioni).
A rilevarlo è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati del Dipartimento delle Finanze. Come si evince dai dati, in particolare, sono state presentante 58.890 dichiarazioni, pari al 5,3 del totale nazionale (1.104.875). L’anno prima ne erano state presentate 57.947. Si registra, dunque, un incremento dei modelli Ires inviati al Fisco (943 in più, pari all’1,6 per cento).
Il reddito d’impresa medio è di 68.713 euro, in crescita dell'1,4 per cento rispetto all’anno prima (67.773), mentre la perdita media è di 60.637 euro. Le società hanno dichiarato un imponibile di un miliardo 856 milioni, registrando un aumento dell'1,9 per cento, rispetto all’anno precedente (un miliardo 820 milioni).
“L’elaborazione del nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenzia non solo una crescita delle dichiarazioni IRES ma anche un cospicuo incremento del relativo gettito fiscale così come del reddito d’impresa medio. Il dato sembra dunque essere sintomatico di un quadro congiunturale in miglioramento, ma non dobbiamo dimenticare che è circoscritto alle sole imprese costituite in forma di società”.
Così come spiega Sgherza “il Governo non è riuscito ad anticipare in legge di stabilità il taglio dell’aliquota IRES dal 27,5 al 24 per cento, un’operazione che solo in Puglia avrebbe liberato risorse per 60 milioni, usando come base di calcolo i dati delle dichiarazioni 2014”.
Ora va detto che occorre pensare agli interventi che tengano conto delle esigenze della piccola impresa, quelle piccole medie imprese che popolano soprattutto il territorio salentino. Pensiamo, ad esempio, conclude Francesco Sgherza alla “deducibilità totale dell'IMU sugli immobili strumentali, beni che continuano ad essere soggetti ad una tassazione gravosa e priva di una coerente giustificazione”.