Educazione interculturale, cultura dell’accoglienza; contrasto all’intolleranza, al razzismo ed alla discriminazione. Ciò affinché vengano favoriti processi di inclusione e inserimento sociale dei migranti. Il Salento, si sa, è un territorio in cui certi valori sono sempre esisti. Del resto, il soccorso a chi scappa dalla guerra per giungere sulle coste leccesi è un’operazione frequente, nel quale le forze dell’ordine e i volontari compiono ogni giorno un lavoro encomiabile. E, inoltre, l’apertura ad altre realtà rappresenta una sorta di fil rouge storico che viene tramandato di epoca in epoca.
Atteggiamento confermato in toto, questo, dagli studenti di una scuola della provincia leccese già conosciuta per esser stata fautrice di iniziative lodevoli e votate alla lotta per la diffusione della legalità (da ricordare, infatti, gli incontri con Don Ciotti e Tina Montinaro). Stiamo parlando dell’Istituto “Don Tonino Bello” di Tricase-Alessano. La scuola, diretta dalla preside Anna Lena Manca, rientra infatti tra i vincitori del concorso “L’Europa inizia a Lampedusa”, bandito dall’UE. Dal Ministero dell’Interno e dal MIUR.
Un progetto che coinvolge allievi italiani ed europei finalizzato a rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei giovani, in età formativa, sui temi del fenomeno migratorio e dei diritti umani. L’istituto salentino ha vinto grazie all’opera “Apnea – I Differenziati – Nuova vita” per la categoria “Arti visive”.
L’obiettivo prevede da un lato la formazione, in misura dinamica e partecipata, dei giovani studenti dell’Unione europea attraverso laboratori formativi, ma anche proiezione di documentari, dibattiti, seminari e incontri con migranti, operatori del settore e testimoni privilegiati.
Dall’altro, la costruzione di una rete europea di scuole attive sul tema delle migrazioni, dell’accoglienza dei migranti e della lotta alla discriminazione e al razzismo.
