Come si sta a dormire avendo come materasso l’asfalto o il marciapiede, e come tetto il cielo scuro? Lo sanno coloro che, in serie difficoltà di sopravvivenza, sono costretti a vivere senza una casa, sotto ogni pericolo o intemperia.
Chiamateli senzatetto, clochard o come volete, tristi realtà che fino a qualche tempo fa si incontravano soprattutto nelle grandi città – in stazione o nelle stazioni del metrò – ora sono consuetudine anche a Lecce. Abbiamo raccontato la storia di tanti come i coniugi Italo e Giada – che nella calura estiva hanno sostato ai piedi di palazzo Carafa per chiedere una casa- o come il signor Ugo Mennuni, costretto a vivere in auto perché un tetto non ce l’ha. Ma tante altre sono le storie, di immigrati e non, che raccontano di disagi e appelli inascoltati alle Istituzioni, incagliate tra il problema "casa" e il problema "povertà".
E proprio per comprendere fino in fondo le difficoltà vissute dai senzatetto che Pronto soccorso dei poveri-Lecce organizza per sabato 31 ottobre, dalle ore 22 fino alle prime luci dell'alba di domenica 1 novembre, una notte di solidarietà, la notte dei senza fissa dimora. Con la partecipazione dell'associazione Nazionale Italia Pakistan per la fornitura di alimenti.
I cittadini salentini di ogni ceto sociale sono quindi invitati a sfidare il freddo della notte per "dormire" all'aperto e per solidarizzare con chi vive da tempo in strada, senza che nessuno si sia preso cura di loro concretamente. Armati di sedia e coperte, tutti sono invitati a constatare come effettivamente si vive la notte, con tutti i disagi e i pericoli.
Alcuni volontari nel corso della notte distribuiranno bevande e cornetti caldi. Vero è che nel centro della città, la movida è viva fino a tardi nel corso del weekend e di giovani che vivono la notte ce ne sono tanti, ma lo spirito deve essere quello giusto: comprendere la sofferenza altrui per poter fare di più.
