Lecce regina delle strisce pedonali irregolari. Le associazioni: ‘Il Comune metta a norma gli incroci’

Per tentare di rimediare al ‘penoso stillicidio di pedoni e ciclisti investiti dalle auto’ Adoc e Codacons hanno attivato una class-action amministrativa, diffidando il comune di Lecce a regolarizzare il posizionamento degli attraversamenti pedonali non a norma in città.

A Lecce (e non solo a Lecce) i pedoni non hanno vita facile. Chiunque si trovi al cospetto delle strisce zebrate deve fare i conti con il dubbio amletico se attraversare, sfidando la ‘sorte’, o aspettare il momento più sicuro per raggiungere l’altra parte della strada per evitare di essere investiti da chi guida frettolosamente un’automobile o uno scooter. Un anno fa, avevamo scritto un articolo semi-serio dal titolo ‘Le strisce pedonali, quelle sconosciute’, consapevoli delle difficoltà che quotidianamente vivono i passanti, il cui unico desiderio è quello di compiere qualche passo in tranquillità.
 
Quando poi un dato di fatto, noto a tutti, viene confermato dai numeri la situazione cambia. Il capoluogo barocco, infatti, è tra le 15 città più pericolose d'Italia sotto il profilo della sicurezza stradale con oltre 7 vittime all’anno per ogni 100mila abitanti. Quasi il doppio della media nazionale, sette volte il dato della città gemella Brindisi, dove la vittima è una ogni 100mila anime.
 
Che fare dunque se non si può modificare (almeno nel breve periodo) il comportamento dell’automobilista ‘cafone’ che per primo non rispetta i pedoni, anzi nella maggior parte dei casi sceglie di tener premuto il piede sull’acceleratore per costringere il malcapitato a desistere dal suo intento di oltrepassare?
 
La prima cosa, come più volte hanno suggerito le associazioni di consumatori, è quella di regolarizzare il posizionamento degli attraversamenti pedonali non a norma in tutta la città.  «A meno che non si voglia considerare i leccesi “geneticamente” dei pericolosi kamikaze – si legge nella nota stampa a firma di Adoc e Codacons – si deve ritenere che una grossa parte del problema è determinata dalla inadeguatezza e illegalità dell'infrastruttura stradale comunale». Gli esempi riportati non mancano, soprattutto in zona Mazzini, particolarmente “bazzicata” a tutte le ore del giorno e della notte.
 
«Gli attraversamenti pedonali in via Zanardelli, via Salandra, via Trinchese, via Braccio Martello e così via – si legge nel comunicato a firma delle due associazioni che in più di un'occasione hanno segnalato l'illegittimità del posizionamento delle strisce pedonali in corrispondenza delle intersezioni non semaforizzate –  sono stati posizionati in modo manifestamente irregolare, in spregio al fatto che quella sia la zona commerciale della città e dunque la più frequentata sia da pedoni che da automobilisti».
 
Insomma, secondo le associazioni di categoria decine e decine di incroci violano palesemente l'articolo 145, comma 3, del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada. Questa norma prescrive che, in caso di incroci urbani con segnale di stop, l'attraversamento pedonale debba essere posizionato a non meno di 5 metri dall'incrocio, invece a Lecce sono stati posti a ridosso della linea di arresto dei veicoli.
 
Non solo, nel capoluogo salentino non si sarebbe nemmeno lo spazio per le buone pratiche, come quella delle “orecchie”, soluzione efficacemente adottata altrove per creare sull'incrocio una “casa avanzata” sicura per il pedone e inaccessibile alla sosta selvaggia.
 
«Tuttavia il Comune ritiene di poter gestire il traffico adottando esclusivamente il sistema sanzionatorio delle multe, violando invece i suoi obblighi ed omettendo di adeguare le strade alle vigenti disposizioni normative. Questa volta, però, la multa la facciamo noi – concludono – e così, attivando la procedura della class-action amministrativa (Decreto Legislativo 198/2009), abbiamo diffidato il Comune di Lecce a regolarizzare gli attraversamenti pedonali. Ora avrà novanta giorni per mettere a norma gli incroci. Se così non fosse, Adoc e Codacons sono già pronti ricorrere al Tar di Lecce».